ABBIAMO L’ISTINTO A METÀ, NOI: TENERE VICINO CI RIESCE. È LASCIAR ANDARE, CHE È DIFFICILE
È un mestiere difficile, essere madre. Roba per stomaci forti.
Ti credi che sia cosa da tutti, solo perché è naturale. Hai giocato alle bambole, fatto la baby-sitter per qualche nipote, tirato su due soldi quand’eri al liceo.
Lo so cambiare un bambino, hai detto.
Gli dai il biberon, lo tiri su, sulla tua spalla per il ruttino. E poi crescerà, crescerà. Ma a questo non ci pensi. Ché il mondo è fatto dai grandi e dai piccoli. I grandi ci pensano da soli, a sé stessi: tu dovevi solo pensare ai piccoli.
Poi un bel giorno hai trovato suo padre e gli hai detto voglio un figlio. Ci avete provato un attimo o tantissimo. Comunque poi è arrivato: sta tutta lì, sempre lei, Madre Natura. Fa tutto da sé. Tu le lasci il corpo e quella ti fa germinare il sogno. Ogni tanto hai un po’ paura, a volte ci ripensi. Ma non davvero: lo sai, che indietro non si torna.
Facile.
E invece fare la madre è un lavoro arduo.
E perché si chiami Madre Natura, che non ha mente, che non ha cuore, nessuno lo sa. Perché la fregatura è questa: che lei c’ha solo l’istinto.
Siamo noi le madri, quelle in bilico, le mani secche a furia di lavare e di fare, gli occhi affilati, l’olfatto che fiuta. Ci teniamo il neonato addosso per l’animale che è, i primi tempi. Poi la legge naturale non basta più. Sono di colpo persone, cervelli, relazioni. Il cucciolo è programmato per lasciare la madre, solo che a noi ci frega il cuore. Abbiamo un castello solido e friabile di sentimenti e di emozioni che si sono plasmate nel frattempo. Abbiamo l’istinto a metà, noi: tenere vicino ci riesce, è lasciar andare, che è difficile.
Ci ha fregato l’evoluzione.
Nasciamo bestie come tutti i mammiferi, e poi siamo chiamati a obbedire alla separazione con una bestia al posto del cuore. Essere madre non è solo educare quel figlio: è addomesticare quella bestia. Imparare di appartenersi senza appartenersi. Sapere che quell’essere così completamente tuo in verità nulla ti deve.
E allora no, non credo sia da tutti. Io a volte ho paura. Che i miei figli non siano felici, di non fare la cosa giusta? No: ho paura di soffrire. Di quel momento esatto in cui due ombre si separano. Di non saper trovare la misura nella distanza che sarà.
Essere madri è roba dura. Roba da stomaci forti.
Commenti 8
verissimo, mi sono venuti i brividi…
Author
Cara Alessandra, è sempre bellissimo trovare un commento, sapere che qualcosa di quello che scrivo è passato a chi legge. Ancora di più quando arriva qualcuno che non conosco, e scopro nuove voci. Come intuirai sono già andata sul tuo blog, mi ha rapito subito il titolo…
Ecco cos’è: l’istinto a metà. Niente di più vero, hai colto perfettamente nel segno, Maddalena!
Che poi ci sono anche mamme che vogliono rendere i figli autonomi a 3 mesi, eh. Però decisamente non è il mio caso, come sai 😉
Author
Infatti… per quello mi sei venuta in mente, cara! Ci manca l’altra parte animale, lasciar andare senza remore.
Esatto. A quel punto da mamme leonesse (scimmie pare brutto, ma ci stava!) diventiamo mamme italiane doc: i figli so’ piezz ‘ e core! 😉
Pingback: I bisogni dei figli | Pensieri rotondi
Pingback: I genitori degli sposi | Pensieri rotondi
Pingback: Madre e figlio | Pensieri rotondi