CHE POI CI PIACCIA DIRE CHE LA NOIA È UTILE È SOLO A FIN DI BENE. È UN MODO UN PO’ PIÙ SPINTO PER DIRE CHE LA NOIA NON UCCIDE. LA NOIA NO, LA MADRE SÌ
La noia dei figli viene a pacchetto con la maternità. Forse: fa semplicemente parte dell’umana natura. Non credo esista madre che non ci ha fatto i conti. Il tempo si usura, le mamme affogano in reiterati “non so cosa fare” di bambini ciondolanti per casa.
Ma il domandone è: quando ci si annoia vengono buone idee o solo tensione, frustrazione, conflitti?
Ai nostri lamenti mia madre aveva la sua risposta confezionata, le andava dietro gli zoccoli lungo il corridoio a Milano, e sedeva accanto alla sua settimana enigmistica nelle settimane in Alto Adige: “Leggi, scrivi, disegna, fai qualcosa!” immancabilmente in quest’ordine. L’idea che io potessi – semplicemente – non fare niente, evidentemente esulava dalla rosa delle possibilità.
E che ci sarà mai di male a non fare un cavolo? L’ho capito molti anni dopo, quando sono diventata io la destinataria di codesto, ripetitivo appello.
Capisco che oggi sia diverso, oggi i bambini stanno a scuola troppo a lungo, e quando escono li spediamo a basket, danza, cucina giapponese e nuoto sincronizzato. Poi ci sono gli evergreen come il catechismo, che ormai siam tutti laici ma vorrai mica che i suoi compagni distribuiscono i confetti della Prima Comunione, e fanno la torta sopraelevata e mia figlia deve aspettare le nozze per fare pari. Gli organizziamo il tempo e le attività fino ai dettagli, e quando si arriva al bordocampo della sera o delle vacanze, insomma in quel tempo aperto alle possibilità, a noi invece si chiude lo stomaco: perché loro sono un continuo, estenuante “mi annoio.”
C’è anche da dire che le mamme lavorano e quindi… quindi i figli si annoiano perché le mamme non giocano con loro? Esattamente il contrario: le mamme sono più lontane da casa ma molto più attive coi bambini, e per recuperare il tempo speso al lavoro e/o per nuove mode o pedagogie, normalmente e incredibilmente giocano coi loro figli. Rubando loro (per buone ragioni) quello stralcio di vuoto che gli varrebbe (forse) a palestra di noia. E dove anche le madri finiscono, inizia la tecnologia.
E sì, va bene, sto impanando la costoletta delle banalità, dei luoghi comuni, e dunque ecco il ribaltone: ai miei tempi, purtroppo enormemente dissimili da quelli attuali (a significare il lasso epocale da allora intercorso) da scuola si usciva alle 12 e mezzo. Di compiti qualcosa c’era, ma poche corse ai corsi, e la mamma non giocava con noi. Avevamo anche mediamente più fratelli di adesso, meno tv, zero tecnologia. In altre parole: più occasioni di tempo non strutturato e di gioco. Eppure: “Mamma non so cosa fare.”
Insomma, la domanda è lecita: ma siamo sicuri che la noia sia così nobile?
No, perché… si dice che poi dalla noia nascono le idee migliori, la creatività, i voli pindarici. Perché è vero, bisogna fare spazio, ché mica puoi avere un’intuizione geniale in un fitto fitto di cose. O sì? Insomma anche sì, perché un pacco di idee e ispirazioni nascono facendo un pacco di cose in un sacco di occasioni. E dai.
Che poi ci piaccia dire che la noia è utile è solo a fin di bene. È un modo un po’ più spinto per dire che la noia non uccide. La noia no, la madre sì: perché dopo un giorno intero con tre mosche di figli a ciclo continuo “cosa faccio?” io di elevarmi a spiegare la fertilità della noia non ho più voglia.
C’è un solo caso, in cui davvero quella domanda mi fa felice: quando dopo ore di malessere la figlia in formato Lazzaro riemerge dal coma: “Mamma adesso cosa faccio?”
Allora sai che sta guarendo.
Commenti 6
😄😄…. con il mio ancora non sono in quella fase ma ci arriveremo, lo so, e con il tuo post mi hai dato già una bella, lucida, schietta e divertente anticipazione!
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Ah, goditela finché puoi… Moltiplicala per tre e capirai quanto la cosa sia corrosiva qui! Fonte di irritazione e capricci formato extralarge. 🙁
Quando le mie tre pesti entrano in fase noia, sicuramente combinano qualcosa. O colorano le fughe delle piastrelle, o tagliano i capelli alle bambole così si pettinano meglio, o decidono di dotare di acqua corrente la cucinetta dell’IKEA, o usano le tende come i circensi, etc, etc, etc. A volte la noia la trasformano in fame, quando non sanno cosa fare e quello che fanno non gli piace, iniziano “ho fame” ripetuto ogni 5 secondi, oppure “possiamo guardare la TV”. Ed allora un bel CD di musica per bambini o del buon vecchio SKA fa dimenticare la noia per un po’. Anche a me da piccolo non mi piacevano i momenti di noia, però adesso li rimpiango tantissimo.
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Benvenuto Lorenzo! Finalmente un papà, e anche lui con tre figli… No, i miei tartassano proprio col ritornello “adesso cosa faccio?” fino allo sfinimento. In ogni caso anche io soffro di frustrazione da noia, per natura: dopo un po’ divento insofferente, se ne ho l’occasione. La quale occasione, rarissima, dipende solo dalla svogliatezza e non dalla mancanza di idee o cose da fare.
Applauso! Devo ammettere che, quando si annoia un po’, al ricciolino vengono idee magnifiche di giochi tutti sui. Se però l’assenza di attività o proposte perdura troppo a lunghe, arrivano solo lagne e capricci. E poi, io credo nel detto “più fa i e più hai voglia di fare”. Quindi non troppe attività e gioco con mamma (ora il non ne ho proprio il tempo) ma neppure il vuoto completo. La sera, secondo me vale da decompressione per la lunga giornata a scuola (esce alle cinque, in prAtica), però il mercoledì che ha giornata corta ed il venerdì sera, palestra di arrampicata a o nuoto o parco giochi, altrimenti il vuoto diventa troppo. Insomma, una via di mezzo, la solita giusta via di mezzo che però, ahimè, è la via più difficile da trovare ed imboccare!
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Infatti secondo me il punto non è la “noia” (che di per sé considero frustrazione) ma un bilancio tra pieni e vuoti… Gli stimoli vengono da entrambi, se ben dosati. Ciao Giulia!