SIAMO L’ORIGINE UNO DELL’ALTRA. E COMINCEREMO PER SEMPRE.
Ciao mamy.
Come stai?
Ho fatto un po’ fatica, spingevo coi piedi, dal fondo della caverna dove sono stato nove mesi. Spingevo e spingevo e non sapevo: volevo uscire e volevo anche restare dentro. Sei tutta la vita che conosco. Ho la curiosità, addosso. E intanto la paura.
Dicono che tutta la vita, in fondo, è questo: curiosità e paura. Lasciare e trovare.
Io so che tutta la vita sei tu. In ogni caso.
Prima. Durante. Dopo.
Che lo sforzo che ho fatto da solo non sarebbe bastato. Che ne hai messe anche tu, di forze. E tante. Ti ho sentita gridare, la tua voce la conosco bene quanto la tua carne. Tu da lì fuori, io da qui dentro. Siamo una buona squadra.
Non vedo. Io fiuto. Come si fiuta una cosa bella che sta per arrivare. Come una promessa. Tu sei la mia.
Però avverto il bagliore, digli di abbassare un po’ le luci, a quelli che girano qui intorno. Tu diglielo, che sei la stella di questa notte e tutto il cielo di domani.
Poi chiedi di parlare piano…
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Commenti 4
Da brividi ho rivissuto la nascita delle mie piccole grazie
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Grazie a te, Simona. Sono miracoli. Non c’è altro modo per dirlo…
E no, non vale, così mi hai fatto piangere nella pausa pranzo!!!! Non vedo l’ora di stringerli a me, i miei fagottini!
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Oddio, è vero… Avendolo scritto qualche tempo fa per il portale maternità, non mi ero concentrata direttamente sulle mie amiche. Cara Giulia, lacrime doppie, e in più dopate dagli ormoni. :*