Mi ero già immaginata

ESTRATTO

 

Mi ero già immaginata quel piccolo appartamento fuori città dove le poltroncine s’accontentano del tessuto bianco e il desk è lì, con le sue caramelle nella boccia, lo scaffale coi giochi per i bambini, una grande luce da enormi finestre di campagna. […] Passeremo accanto a quella villa coi fenicotteri, invece, saliremo la scala irta di quel vecchio palazzo in pieno centro, supereremo le porte scorrevoli, saremo dentro alla sala d’attesa sterile come formaldeide e le sedute di pelle.

[…]

La sala era vuota e una riga diversa di parquet correva sul perimetro. Ma a me sembrava gattonasse appena, strisciasse come le prime ore lente dei mattini. Eravamo gli unici, solo un cappotto appeso: una sola paziente, già dentro. E poi finestre di luce e infissi bianchi, poltrone bianche, muri bianchi, tende bianche che scendono a pannello come sipari impeccabili.

(Maddalena Capra, O virgola 6)
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