Altre Verità

Nascere

È UNA DELIZIOSA, INCANTEVOLE DISOCCUPAZIONE

 

Quel giorno, quando sono nata, non sapevo niente. Dicono che nasciamo perfetti e dimentichiamo tutto, così da poter vivere una nuova, meravigliosa esperienza della Vita.

Ma cosa succede, se quell’amnesia la riempiamo di storie create per difenderci, e quelle storie si radicano così in profondo da non voltarci più indietro, da aver dimenticato non solo la gloria della Vita, ma le storie che abbiamo creato, con cui abbiamo chiuso il fluire magico del vivere?

È come costruire una diga e poi vivere sempre a valle. Lamenti che l’acqua è poca. Lamenti i temporali in cui l’acqua esonda. Di quella diga non hai memoria.

Sarà sempre colpa di chi ci piove dentro, di chi te la risucchia.

Eppure l’acqua è acqua, e circola come circola tutto.

Ora so cosa è successo: ora ho scoperto la diga.

Quando scopri la diga di colpo appare chiaro che nessuno ti ha rubato nulla.

Certamente qualcuno ti ha ferito. E ad ogni ferita una parte di te laboriosa e zelante ha aggiunto un metro in più a quella diga. Andava di notte, rafforzava i fondali, mentre dormivi, mentre non sapevi, mentre eri intenta a lamentarti: mentre guardavi a valle. O scrutavi il cielo implorando il sole. O la pioggia.

Certamente: qualcuno ti ha ferito. E quella diga è il meglio che sei riuscita a fare.

Quando scopri la diga non se ne vanno le ferite. Però l’acqua torna a scorrere. Il tuo operaio diligente perde il lavoro.

È una deliziosa, incantevole disoccupazione.

All’inizio ti senti persa. Qualcosa è cambiato. Hai energie che prima non avevi. Quelle che mettevi per lottare: la diga richiede un sacco di manutenzione.

Ti accorgi che se un rapporto era difficile era perché non tu e l’altro vi siete relazionati, ma i vostri operai indaffarati.

La loro logica è unicamente trattenere e difendere, pretendere, rinfacciare, temere. Proteggere un dolore e un valore che senti minacciato.

Chi sei, senza quelle dighe?

Sei l’acqua. Sei la terra che lambisce. Sei il cielo che ti irriga, sei il sole che ti asciuga.

Ho sempre maledetto questo Natale in cui la mia anima ha scelto di venire al mondo. Sempre da dividere con un certo Gesù. Oggi, per la prima volta, vivo il mio compleanno come nascita speciale, nel giorno in cui tutti possono nascere e tutti festeggiano. E non me ne frega niente se credete in Gesù, in Dio, in chiunque o in nessuno.

Credete solo che può arrivare il giorno in cui qualcosa clicca dentro, vi voltate, riconoscete la diga. E la diga si dissolve. Perché quel giorno nascete di nuovo. E ringraziate la Vita, voi stessi. E chi vi ha messi al mondo.

Buon Natale. Buon compleanno. A me. A tutti.

A mia madre. A mio padre.

Maddalena

[Tazza in foto su: Pensieri rotondi People]

Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!

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