Buon viaggio, piccolo stambecco.
Mi sono alzata per salutarti prima che papà ti portasse là fuori, su quei gradini sciacquati dal sole. Parti felice, non sai lavarti bene i capelli da solo, anche coi lacci degli scarponcini sei piuttosto impastato, ma esci leggero, un pacchettino di cracker in tasca, esci più forte di qualche dubbio, più forte di noi, lasci questa casa e queste cose come sono rimaste: tua sorella è tornata dall’ospedale, non è cambiato niente, percorriamo lo stesso filo che ci tiene su a fatica.
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