Mio padre aveva un sistema per farci salire in montagna.
Certo, ci tirava per mano.
Di tanto in tanto sfoderava una composta di frutta o una zolletta di zucchero: a quei tempi si credeva che gli zuccheri fossero buoni. Sì, anche quelli semplici. Oppure, ce la menavamo banalmente di meno.
Ma il grande trucco era un altro: superati i duemilacinquecento metri di altitudine c’era la parolaccia libera.