È come scrivere sotto effetto di barbiturici: come sempre, da settimane, il tuo sonno obbedisce a leggi sconosciute e difficilmente condivisibili, più prossime alla veglia perpetua e disturbata, che al riposo. Per empatica condivisione, tuo padre e io seguiamo a ruota.
In questo momento avverto: tremore alle mani, testa che gira, sfinimento generalizzato, vista appannata (mi scuso fin d’ora per eventuali errori di battitura).
Anni fa avevo letto di esperimenti sugli effetti della deprivazione del sonno: nervosismo, appetito dapprima aumentato (interpretiamo la stanchezza come bisogno di energie, e non potendole recuperare nel sonno le cerchiamo nel cibo) e poi abbattuto, deficit nel ragionamento, nella memoria, e non so cos’altro. Ora, il mio unico pensiero è: si trattava di esperimenti retribuiti? Perché, allora, non unire l’utile al dilettevole, ossia fare di necessità virtù? Mi candido io, perfetto esemplare. Basta prendere una qualsiasi mamma di quelle non così fortunate da aver bisogno perfino di svegliare il pupo “se no dorme troppo”, ed ecco pronto il gruppo tester. Coi soldi mi pago una clinica del sonno e la tata che ti tiene nel frattempo.
Curiosa e lievemente in apprensione – non tanto per te che comunque cresci bene e godi, in apparenza, di ottima salute – quanto per la sottoscritta, digito sul motore di ricerca: “Deprivazione del sonno…” per verificare gli effetti a lungo termine.
Google mi suggerisce come concludere la frase di ricerca, nell’ordine: “…tortura”, “…morte”, “…conseguenze”, “…effetti.”
“Tortura”, ecco una chiave interessante: tipo ieri che sei stata sveglia dalle cinque del pomeriggio all’una del mattino, salvo rari cedimenti palpebrali di massimo dieci secondi (non minuti). Tipo stamane che, tra le sei e venticinque e le sette e venti, appisolata sul mio seno, sei riuscita a svegliarmi per ben tre volte, coi soliti esercizi di stretching incontrollato e le tue contorsioni che le coliche… sì, ma non ci credo più.
“Morte”, e qui un interrogativo sorge spontaneo: morte di chi? La tua o la mia?
Scendendo nelle conseguenze e affini ritrovo simpatiche delucidazioni su come il cervello si intorpidisca, nonché effetti più in là nel tempo e negli organi, come tumore all’intestino.
Non trovo (o, almeno, non nel piccolissimo tempo che riesco a ritagliarmi per le ricerche), nessun apparente legame tra depressione e privazione del sonno. Anzi, mi scopro a sobbalzare lievemente quando cado su “Villa Santa Chiara, deprivazione del sonno per curare la depressione.” In questa struttura sita non so dove pare effettuino trattamenti di veglia per 36 ore consecutive, ai fini, così dicono, di potenziare l’effetto curativo dei farmaci antidepressivi. Ne deduco che io e tuo padre, abbracciati a te e all’insonnia che ci procuri, siamo in una botte di ferro: sei fortunata, hai i genitori meno depressi e deprimibili del pianeta.
All’inizio può essere anche carino, ci si sveglia, ti si guarda negli occhi, un languido sospiro riluce nelle tenebre. Ora, però, sei ufficialmente diventata una “graffitara”: della serie che “imbratti la notte”, ma solo di rado emergono momenti di elevatissima artisticità.
D’altronde non è tutta farina del tuo sacco: la metà dei risvegli è dovuta alla tua consorte, la simpaticissima prolattina grazie alla quale sei in vita. Questo ormone, per ragioni a me ignote, è in grado di riprodurre un credibilissimo fac-simile delle scalmane da menopausa. I risvegli per cambio-maglia-intrisa-di-sudore si attestano su una media di quattro (dai due ai sei per notte). Logicamente non sincronizzati coi tuoi.
Qualcuno dovrebbe spiegare a Madre Natura che il sudore è una perdita inutile di liquidi (che invece servono per la lattazione, lo capirebbe chiunque) e che, se proprio non può farne a meno, sarebbe opportuno far coincidere sudata con poppata, in modo da limitare al massimo il disturbo.
Infine, quando anche, finalmente, dormi, per motivazioni a me sconosciute e sicuramente per chiunque insondabili, emetti una serie di grugniti ininterrotti e difficilmente ignorabili. So cosa direbbe mia madre: “Se non piange, lasciala fare.” Suona ragionevole, ma non funziona: mentre ruggisci io sono sveglia. Un po’ per il rumore, un po’ perché so che stai per svegliarti o mi chiedo se tu non sia già sveglia, se ancora non piangi lo farai di lì a poco e, se mi appisolo, m’infliggerai l’ennesima tortura attaccando proprio appena ho chiuso occhio. Condizioni ideali per abbandonarsi al mio ex: Morfeo.
Oggi, in farmacia, due anziane signore sorridono sdentate e, interpretando con facile evidenza le mie palpebre cadenti, commentano: “Ha preso il giorno per la notte.”
No, signora… ha preso i genitori per il c…
Ah, cara, carissima Isabelle: non è che non ti ami, ma non chiedermelo adesso.
Soprattutto, quando fra una quindicina d’anni mi sentirai passare l’aspirapolvere sbattendo con insolita energia contro la porta chiusa della tua stanza alle sette del mattino dopo una notte in discoteca, non venire a chiedermi di fare silenzio e lasciarti dormire e, soprattutto, non stupirti se, sorniona, sorriderò.
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Eccomi sono io!..ho la tua stessa routine..la tua descrizione ricalca perfettamente le mie giornate! 2 anni d’inferno puro con la mia adorata E. che non sa cosa siano sonno e stanchezza..e pensare che perdo capelli, non so come faccia a reggermi in piedi, lavorare, accudire casa e una figlia che tra i ventiduemila risvegli e gli inesauribili giochi ha deciso che mi manderà al reparto di neuropsichiatria prima dei suoi 3 anni!!C’è gente che deve svegliare i prorpi figli dal pisolino o dalla lunga notte tranquilla e mi chiede quando farò il secondo! MAI! rispondo una che vale 10 dei figli altrui mi basta..anche perchè per fare un secondo figlio è necessario ‘incontrarsi biblicamente’ col proprio consorte..e lei non ce lo permette-essendosi impossessata oltre che delle nostre vite anche del nostro talamo e della nostra libertà!
Scusa lo sfogo..volevo dirti che ti capisco!!:'(
Io sto pensando di provare con l’osteopatia… dicono che sui piccolissimi sia efficace. E pensa che ho altri due figli! Dicevan tutti che il terzo è il più facile! Ah, mi viene da ridere!!! Per fortuna Isabelle è molto allegra da qualche mese, mi ripaga con la sua simpatia… finché non diventa isterica per il sonno, ovviamente. Ti penso, in bocca al lupo!
Il giorno 09 ottobre 2014 20:58, Disqus ha scritto:
Crepi! Grazie…scrivi benissimo..sarà che anch’io amo scrivere;)..mi son venute le lacrime agli occhi leggendo il tuoo ultimo articolo..anch’io spesso ho dei flashback lunghissimi e intrisi di ricordi..che purtroppo non torneranno..
Provate a fare dei massaggi prima di addormentarsi… funzionano…
Ma la Isabelle ormai sa anche addormentarsi da sola. Il problema è che ha un’autonomia di due ore e mezzo al massimo, il che va bene di giorno (per i pisolini finalmente abbiamo più o meno ingranato), ma ci spezza di notte! Grazie comunque…
Mi hai strappato un sorriso….soprattutto sul finale perché non sai quante volte ripeto al mio dolce, piccolo, instancabile terremoto che quando sarà grande mi prenderò qualche rivincita svegliandolo presto la mattina a suon di tapparelle alzate con vigore💪😅….coraggio, io non ne ho quasi più!!!!
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Ciao Ilaria, e meno male che ti ho fatto sorridere, se no come resistere? Già immagino le tapparelle alzate 😁. Ti auguro che manchi poco a notti migliori!
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Quando hai scritto questo post ancora non conoscevo il tuo post e, soprattutto, avevo un solo figlio. Ora capisco. Oh, quanto capisco!!! E dire che i gemellini hanno sempre dormito. Certo, solo con otto poppate al giorno ciascuno, alla fine ero io a non dormire per nutrire l’uno mentre dormiva l’altro. E ora, vogliamo parlare dei risvegli notturni continui dalle 2 del mattino in avanti?!? Alle sei si riaddormentano secchi. Alle 6.15 suona la mia sveglia è dopo un quarto d’ora, mi tocca svegliare pure loro per iniziare la doppia preparazione e colazione. Questa E’ tortura!
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Pensa che io l’ho scritto con una sola figlia su tre che non dormiva: cos’avrei fatto se avessi avuto dei gemelli? Non oso immaginare. E comunque il termine “tortura” purtroppo è azzeccato.