PRIMA DI ISABELLE PENSAVO CHE L’EDUCAZIONE PLASMASSE I FIGLI.
ORA CREDO CHE I FIGLI PLASMANO L’EDUCAZIONE.
Isabelle non cammina per mano. Cammina e basta. Preferibilmente corricchia. Disdegna il seggiolone in favore della più conviviale panca della cucina. Mangia solo spiluccando, fuori pasto e fuori posto, mangia senza bavaglino perché se lo toglie e noi glielo rimettiamo solo tre volte.
Sale in piedi sul tavolo. Sale in piedi sul cesso aggrappandosi all’asse. Dorme nel lettone ogni volta che non dorme nel lettino (fate voi le vostre supposizioni). Ciuccia il seno quando è stanca (il ciuccio sa di gomma). Scappa dal seno quando invece potrebbe poppare.
Al parco dondola sull’altalena dei grandi mentre i fratelli inseguono il fascino di quelle per i piccoli. Se la spingo io va bene. Se la spinge la sorella s’incazza. Lo scivolo lo usa già al contrario, le scale a pioli le sale prima che me ne accorga.
Lava le mani da sé, ma non vuole sciacquarle. Vuole sempre avere l’ultima parola anche se non parla.
Cambiarla è un esercizio circense. Contraddirla un atto di coraggio.
Ha una spiccata passione per bagnoschiuma e shampoo, da succhiare come lecca lecca.
Ritiene inutili le coccole, ai baci di Sarah reagisce con grida di sdegno.
Ritiene indispensabili le coccole, ai miei baci a Sarah, s’impone stridente.
Si accende da sé la poltrona shiatsu, ma per fortuna sa anche spegnerla: basta chiederglielo. Conclude il pasto (ogni tipo di pasto) con le comptines al pc e una barretta kinder. Prova a negargliele.
Accende la radiosveglia su snooze e salta sul letto che ho negato ai fratelli. Alla bellezza bucolica del giardino preferisce il davanzale, aggrappata all’inferriata. Al biberon la bottiglia.
Impugna le scarpe alle otto del mattino e guadagna l’ingresso (che per lei ha la sola valenza di uscita), e, scommetto, tempo un paio di settimane imparerà anche a girare il chiavistello. Quando le apri la porta esce: che tu vada con lei o meno, è marginale.
Migliaia di consigli, milioni di buoni propositi, resistiti agli anni e al resto della prole, vanno via via indebolendosi. 15 mesi e ho già perso tutto il mio rigore.
Impallidisco io stessa osservandomi: faccio un torto al mio ruolo genitoriale, e ai fratelli che ai suoi sì hanno avuto valanghe di no.
“Perché è l’ultima” qualcuno direbbe. Che è l’ultima non c’è dubbio.