“FIGO. PECCATO CHE HA FIGLI”
Siamo fuori. Finalmente. Il lago racconta nastri di luce che ciclicamente ondeggiano come quelli delle ginnaste, pochi individui sono sparpagliati su queste coste erbose e la ghiaia è preda solo di piedi infantili, dove nessuna madre richiama “no, è fredda!” dinanzi alle acque praticamente artiche, perché in Francia le madri sono francesi e non italiane. E i soli italiani si accordano all’ambiente lasciando i propri figli liberi come nemmeno in una vasca da bagno.
Sono venuta su svelta, Isabelle ha passato i primi due minuti a piedi con me, gli altri 38 in spalle a papà però gridando mammaaa! Ritrovo la stessa panchina di cui ci appropriamo sempre, ritrovo il solito terzetto di ragazzini che si tuffano esclamando putain!, che in italiano significa circa “che fredda!” (relativamente alla stessa acqua in cui i bambini si replicano liberi e rincorrono girini discutibilmente attraenti). E il mio esile corpo s’allunga sul pontile. A stento mi trattengo dall’incitare il terzetto impavido, mentre m’interrogo:
“Fare il tifo, attaccargli bottone o perfino applaudire a quel carpiato di schiena in perfetta sincronia mi fa sembrare: a – una vecchia maniaca, b – una donna materna e simpatica anche con gli estranei, c – una vecchia e basta?”
Al che mi rendo conto che io proprio non so invecchiare, e mi sovviene mio padre il quale ha sempre scherzato volentieri, non importa chi fosse il destinatario. Più volte guardavo costui per rassicurarlo con lo sguardo di chi suggerisce vai tranquillo, è l’uomo più buono del mondo. Solo che non ho nessuno che faccia quegli occhi in mio suffragio.
La verità è che ci sono situazioni nelle quali dimentico le decine dei miei anni in una sorta di scollamento
per cui – ad esempio – il ragazzo doverosamente solo accanto a noi diventa prima calamita e poi specchio del mio sentire: sole, acqua, pomiciare. Quel solo noi di una giovinezza cui mi scopro inesorabilmente calcificata. Allora di solito per non essere ingrata alla vita nonché assolvere ai miei doveri coniugali tiro un occhio verso il marito. Coadiuvata da una non indifferente dose di beltà che lo contraddistingue. E
faccio il gioco di guardarlo a pezzi, un pezzo dopo l’altro, e ricomporre da quale squarcio risulti già indiscutibilmente bono.
Di solito mi basta il mento, una spalla. Ebbene il primo ritaglio di oggi è malauguratamente i bambini che lo zavorrano,
il pensiero immediato è “figo. Peccato che ha figli.”
Uscire coi bambini quando sono colti dalla loro personale forma di calcificazione significa nella fattispecie una regressione proporzionale alla mia, che equivale all’incirca a fare gli anni di ognuno diviso 2. Briciole vespe pianti stanchezza ma io ho fame ma io ho sete ma io esisto. Si grazie, esisto anch’io.
Poco fa gli ho detto va che se le bambine continuano così mi sposto di un asciugamano. Ecco quello che significa:
Che uno alla fine si chiede: ma allora fare figli perché? Perché giuro ci saranno molteplici occasioni per domandarselo.
La risposta sta nel mistero della maternità. Una specie di segreto di Fatima. Poche elette custodiscono la verità. A tutte le altre basta sclerare di tanto in tanto.
Guardare l’asciugamano accanto. E poi tornare sul proprio. Da quell’uomo zeppo di figli. E ricordando che sono anche i propri riconoscere che è comunque un gran figo. Salvandosi con un bacio a occhi chiusi: invenzione di genitori affollati di prole e da questa desiderosi di riscattarsi in una piccola, legittima calcificazione di coppia.
Commenti 2
Ti dico la verità : essendo che ho avuto anche io un padre molto socievole e amante della giovinezza, io ho preso molto da lui. Quando vedo ragazzi, ragazzini e bimbi non mi faccio mille domande ma mi diverto a incitarli se stanno facendo qualcosa oppure a scherzarli se stanno decidendo di fare qualcosa. Con i bimbi poi, insieme a mia figlia, mi ci tuffo a giocarci… Tanto che al parco chi mi vede pensa che abbia dai 5 ai 10 figli visto che alla fine anche i genitori stessi me li affidano per giocarci e stare loro tranquilli.
Poi mi trasformo a che io in pochi minuti in una rompiscatole fatta di ATTENZIONE, VIENI QUI, NO ASPETTA…
Ho un marito che mi passa 13 anni e ha altri 4 figli tutti grandi ormai, e a volte anche io lo osservo “a pezzi” e ogni volta mi accorgo che fa parte di me, che mai potrei scambiarlo neanche con un trentenne. Lui è qui e se c’è qualcosa di molto buono c’è e che ci lega esiste ancora.
Nostra figlia ha l’argento vivo addosso non dorme mai di sua spontanea volontà… Molto spesso per darci conferma che Esistiamo ancora come coppia ci rifugiamo in un bacio dato al volo occhi negli occhi. Con i litigi stiamo apposto😂 esauriti come siamo ma tutto sommato siamo una famiglia felice e serena e nostra figlia è l’esempio vivente.
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Che bella cosa, questa di fare un po’ da mamma a tanti bimbi! Anch’io a volte mi ritrovo a coinvolgere altri piccoli curiosi al parco giochi. Sei una persona viva e vivace, si sente sempre dalla grinta che metti anche nei commenti! :*