C’è un sacco di gente, là fuori, per te. Il mondo è buono.
Non è solo di chi strombazza perché gli rallenti il percorso. Non è solo del ragazzo che non lega il cane al suo laccio e così crede d’esser saggio mentre la bestia che fa ridere qualcuno, spaventa qualcun altro.
Non è solo una porta sbattuta perché non avevano parole pronte, si lucidano i denti con la lingua e poi al momento del dunque saltano in un gesto facile. In quella piccola rivalsa.
C’è un sacco di gente che fa del bene senza saperlo.
La farmacista di oggi si è messa a darmi del tu, non lo sapeva ma io sotto il mio berretto e le rughe che m’infrangono trovavo un po’ di luce, mi sono sentita che diventavo un piccolo alberello di Natale.
Una donna mi saluta e chi lo sa chi è, il vigile mi aspetta sulle strisce e alza il suo braccio scuro apposta: per me.
La gente ha dentro folle di lucine di Natale
come quella che mi han messo addosso oggi. Le trovi in un buongiorno che divarica le labbra. Le trovi in due parole che scansano la fretta e si fanno il loro piccolo varco. Come i ruscelli di montagna. Le trovi in certi occhi che sanno non scappare. Nella voglia di un panettiere di parlare. Nei soldi che non importa me li porti domani.
C’è un sacco di gente, là fuori, che le battaglie le stringe sotto il cappotto.
E poi se ne va a mani libere. Le mani libere servono a tante cose: a salutare, a porgere un oggetto, a dare una carezza, un abbraccio. Ad aprire porte. Poi quando torna a casa scarta le proprie fatiche come castagne al cartoccio. Non è mica che le ha dimenticate. Ma ha imparato il trucco: le mani lasciale vuote quando incontri il mondo. E poi quel tuo imballo sarà meno serrato e greve.
Perché il mondo è buono. Fottitene di chi dice il contrario.
Al mondo sono tutti bambini e vecchi. Né gli uni né gli altri, hanno la violenza nell’animo. I bambini perché non l’hanno ancora conosciuta, i vecchi perché l’hanno già dimenticata. Hanno già superato i tempi delle rivoluzioni e delle rivincite, i picchetti che si grida con grandi striscioni. Sono tutti dei piccoli Gandhi, segugi degli affetti e delle ore.
Perché se il mondo fosse più cattivo che buono, si sarebbe già autodistrutto. Invece siamo qui.
Coi nostri cartocci, coi bambini che puntellano le case di impazienza.
Con le donne alle finestre a guardare luminarie che hanno ancora senso.
C’è un sacco di gente buona, là fuori.
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