Altre Verità

Il rischio delle piccole cose

NON SONO I PASSI CHE TI PORTANO IN VETTA. IN VETTA TI CI PORTANO LE CHIAPPE. I GRANDI MUSCOLI DELLE ASPIRAZIONI

 

Mi metto in piccole cose. In testa, nei fatti. Mi arredo. Sono i dettagli che fanno la differenza, la corolla ai giorni. Ti do lo stelo, mi metti l’areola di qualche cosuccia.
(Valori? Cosucce.)

Il film di stasera. Cosa cucino. Il maglione di domani. Domani è un buon giorno, pulisco casa, e con la scusa sono uno strofinaccio sui fatti che pendono, mi do una lucidata.

Sai com’è bello cominciare e finire tutta in uno straccio, in un alone che tiri via con un colpo di detergente. Sai com’è facile bastarsi in un menù, sentirsi possibili in un cucchiaio che rimesta il sugo.

Mi calo tutta quanta in un gesto, senza chiedermi come faccio a entrarci, se sono così fluida o solo sottile, che ci sto senza sbavature, nel caffè del dopo pranzo. In due parole pronunciate con zelo.

Quando un’azione finisce, ne comincio un’altra. Quando un’intenzione chiude il suo viaggio, mi allungo alla prossima meta. Faccio come nei libri, una pagina intera su un dettaglio, e poi un balzo avanti, con due sole righe sono già al prossimo appuntamento con l’estate. La casa da scegliere, se rifaremo quella gita che poi al lago andiamo in pedalò, la spiaggetta dove consumavamo le ultime ore, il bazar delle prime.

Come stasera, che placo il figlio deluso sul grande letto, strizzati in tre su un cuscino, lui, io, la sorella cui non fare torto: leggo. Quel libro nuovo che oggi va bene cominciare, oggi ci vuole un inizio, perché le domeniche sono la fine della settimana, perché le domeniche hanno quel tarlo impossibile, di non voler finire, e le tireresti come le maniche di un golf diventato troppo piccolo. Sfondi. È lì che le piccole cose attecchiscono, tutte addossate ai bordi del marciapiede, come piante di gramigna, oppure vegetali sacri scampati al cemento. Un po’ di vita ti spunta ancora, pensi. E il letto si abbandona.

E mentre leggo uno cade su un fianco, l’altro mi scava la spalla, siamo in bilico e le parole potrebbero lavarsi via. Invece restiamo. Sul nostro ciglio. E in quel momento le piccole cose diventano l’unico orizzonte.

Quando finiamo lui è tornato alto, saldo, il lampione della sua testa chiara su quel corpo come una fenditura, va di là, gli è venuto da scrivere. Da quelle piccole cose madri. Lei si è ripresa i ciondoli lunghi dei capelli, ondeggia fino al divano nella stessa stanchezza che la sbiadiva a letto.

E io penso che siamo un po’ più in qua. Che un po’ si torna, anche in una domenica sera. A stare in mezzo a noi stessi. Che però bisogna saperlo, il senso delle piccole cose. Non puoi aspettarti il grande riscatto.

Non sono i passi che ti portano in vetta. In vetta ti ci portano le chiappe. I grandi muscoli delle aspirazioni.

Mi riprometto di ricordarlo: che le piccole cose non sono cose da poco, ma non ci costruisci una vita intera, né una persona. Sono il mascara che ti allunga lo sguardo. E, sotto, ci vanno due occhi grandi, invece. Pieni di sete.

Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!

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