ADESSO NON HA FIORI, ADESSO PORTA I BAMBINI
Sono uscita che ancora pioveva.
Mi sono fermata dentro, le prime chiacchiere dopo il corso. Stiamo iniziando a essere quello che siamo, ognuno con la sua vita in mano, nei modi, nelle voci. Un po’ di ognuno di noi temporeggia tra i materassini riposti in un canto, s’accomoda in frasi amichevoli.
Fuori, i lampioni, la città che sgrana gli occhi. Il mio biglietto dell’autobus in mano. Sono di nuovo sola, quando m’incammino. Sono di nuovo sola quando qualcuno dà un colpo di clacson. E io mi volto e vedo: sono venuti a prendermi.
Tutti quanti. Tutti lì dentro alla monovolume. Ad aspettarmi.
Ed è come quando lui compariva fuori da qualche mio luogo, i fiori in mano. Adesso non ha fiori, adesso porta i bambini.
Ed è come quando lui mi sorprendeva in qualche dove, e mi veniva un salto, dentro, e allora saltavo anche fuori, facevo quel sorriso di bambina.
Loro lo sanno, tutti seduti con le canzoncine accese, la lucetta accesa, solo gli occhi un po’ stanchi. Sanno che, ovunque vada, la cosa più bella è tornare a casa. Sanno che, ovunque esca, è meraviglioso ritrovare casa prima di casa.
Fanno una piccola gara a chi si prende per primo la mia attenzione, rovescio mani dal sedile davanti, a dietro. È come partire in mongolfiera, diventa tutto minuscolo là sotto e noi siamo giganti.
È come quei tempi che lui veniva, è la continuazione dell’amore.
Commenti 4
Ed è una continuazione dolcissima, un gesto di amore e attenzione davvero bello!
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Vero, l’unico inconveniente è che, forse, a volte non tutti i bimbi sarebbero d’accordo, magari sono stanchi, anche se poi s’illuminano quando mi vedono 🙂 Ciao Giulia :*
Un proseguimento bellissimo, della vita che si evolve nel migliore dei modi.
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Il “migliore dei modi”. L’hai detto.