IL PRIMO PENSIERO È: CAZZO, SOLO A VEDERLA, GIÀ DETESTI LA SCUOLA.
SECONDO: AI MIEI TEMPI BASTAVANO UN ASTUCCIO, UN QUADERNO E IL DIARIO.
Pensavate che, con tre mesi di stacco dalla prima (impegnativa) esperienza scolastica, ripartissi armata delle migliori intenzioni, purificata, ingenuamente ottimista e volenterosa come una crocerossina?
Ebbene: no.
Al vantaggio di ritrovare un po’ di tempo libero, con l’esodo dei figli, il varco chiede, al solito, un ingente pedaggio, che si formula fin da subito in una lista indigesta di materiale da acquistare.
Molti erano già preparati da giugno, tempo in cui l’allegro foglio di istruzioni venne consegnato: qualche genitore audace e apprensivo ha provveduto già allora.
Noi, per non venir meno alla tradizione di genitori “tranquilli”, non solo non abbiamo ancora comperato nulla, ma abbiamo logicamente perso la lista (peggio: non ricordavamo nemmeno di averla).
Finché, tra una telefonata e due parole su Facebook, l’elenco famigerato si concretizza in un allegato gentilmente fornitomi da una collega che preferisce restare nell’anonimato (c’è una generale omertà e paura di convocazioni impreviste che aleggia intorno alle questioni scolastiche).
Il primo pensiero è: cazzo, solo a vederla (la lista, non la collega), già detesti la scuola.
Secondo: ai miei tempi bastavano un astuccio, un quaderno e il diario. Si stava a scuola 4 ore anziché 8 (salvo i pochi che avevano la mamma che lavorava), c’erano 2 maestre (LA maestra, più quella di religione, la quale religione a nessuno veniva in mente di poter impartire solo dopo firme di accettazione), e le materie indispensabili. Di conseguenza, anche i prodotti necessari erano pochi.
Forse per questo era possibile fare più figli.
Terzo: spiegatemi quale senso può avere fornire i libri gratuitamente (a fronte di cedolino, ho scoperto: me l’han dovuto dire, perché, di nuovo, sono decisamente incapace in queste cose), se poi devi comprare 100 euro di articoli di tasca tua. Fino al sapone per le mani (di cui ho già parlato abbastanza). Anche una pro-famiglie-numerose come me a sto punto sente salirle al petto il desiderio convulso e irrefrenabile che tale sagra disperata dell’acquisto frenetico si arresti al più presto, e non sa immaginarsi di doverci ripassare per altri 2 figli.
Decisa a ovviare come meglio può la sottoscritta si adopera dunque alla ricerca del sito web in grado di risolvere l’annosa e spinosa questione, convinta di essere furba. Ma si avvede fin da subito che cavarsela da sé non sarà semplice: sebbene laureata, trova ancora difficile raccapezzarsi nell’elenco. La lista è, evidentemente, più furba di lei.
Del tipo: “1 quadernone a righe di seconda”. Sul sito di forniture che trovo si legge: “Quadernoni a righe prima elementare” e “quadernoni a righe terza elementare.” Come sono quelle di seconda?
Oppure: “Quadernone a quadretti 5 mm senza margini.”
L’immagine online riporta qualsivoglia genere di copertina (il cui vezzo è del tutto superfluo e destinato a soccombere all’immancabile copertina plastificata, comunque), ma dell’interno nessuna preview.
E così via.
Finché, chi la dura la vince, eccomi cadere su un sito con l’amato popup: “Serve aiuto? Chiedi a noi!”
Andrea accorre, gentile e premuroso.
La prima domanda che gli rivolgo è quella sui margini. Risponde: “Buongiorno nelle specifiche dei quadernoni ce la legenda quaderni con tutte le spigazioni.”
E già mi passa la voglia: il pressapochismo grammaticale mi esorta pronti via a chiudere, ma, fiduciosa nelle infinite risorse telematiche, azzardo ancora: “Non sarebbe possibile che io vi inoltro la lista e voi preparate il carrello con tutto, vero?”
“No, gli ordini vanno fatti e li deve fare lei.”
Per un attimo ho pensato di corromperlo. Poi i figli mi hanno chiamato, e la tentazione è evaporata.
Se vedete una a testa bassa, borbottante, riluttante, tre figli al seguito, incastonata come una pietra grezza e scolorita tra le corsie dell’Ipercoop a riempire il carrello… non sono io: preferisco spendere, allora, dieci euro in più, ma farmi preparare tutto dal cartolaio. Possibilmente mandando il marito.
Nel frattempo, chi avesse voglia di avviare un business, può prendere spunto dal bisogno dilagante di molti in queste settimane: aprite un sito dove mandi il pdf della lista, e quello ti fa arrivare il pacco (anzi il container) dritto a casa. O perfino a scuola, ogni articolo già etichettato con nome e cognome.
E ora non mi resta che ricordare il grembiule il primo giorno: scritto con 3 punti esclamativi come fucili (o solo pregni di esortante entusiasmo?), vorrai mica che mando il figlio senza.
Commenti 2
Ma davvero hai rimosso i ricordi della tua infanzia? Io forse sono un po’ vecchio, ma i quaderni a righe di prima, seconda e terza me li ricordo… Erano diversissimi tra loro. Quelli di prima e seconda avevano le righe larghissime, quello di terza invece aveva una riga più stretta su cui scrivevi e due righe di “guida” per le aste (della t, della l ecc) e per le gambe (della g, della q ecc.).
Ottima l’idea del sito spedizioni… Magari l’anno prossimo ci penso!
Buona spesa
Author
Ecco, sai che ora che ci penso mi ricordo quelli con la riga più sottile? Ma ricordare a quale classe corrisponda cosa…è troppo 🙁 E poi l’anno scorso usavano i quadretti anche per le lettere, che io non credo di aver mai usato. Insomma, sono cambiate troppe cose, oppure sono davvero vecchia (possibile)!