NON RESTARE UN SOLO ATTIMO SENZA UNA FEDE
Volevo scrivervi qualcosa per Pasqua. Ma la concentrazione è difficile, tra un figlio che grida, l’altra che si è graffiata un piede e implora un bacio, la terza che ancheggia in quel fare già preadolescente o quasi. La voce scioccherella, che forse ha noleggiato da Youtube.
Volevo scrivervi pensandovi. Perché in effetti vi penso. Perché c’è più scambio con voi che con tante mamme o donne che ogni giorno scandiscono con me il marciapiede e poi l’attesa fuori dalle scuole.
Anni fa, parecchi anni fa, avrei partecipato alla Messa, stretto le mani in un Amen, affidato la mia vita a quel ragazzo in croce. Non mi sarei fatta domande, si chiama «fede», ma forse era «abitudine».
La verità, però, è che non credo più. Tra voi c’è chi a quella Messa ci andrà, chi ha un Dio diverso, chi non sa, chi non ne ha alcuno. Così come – ho scoperto – tra voi ci sono donne che non sono mamme, e anche qualche uomo. Non so più che importanza abbia questa festa, probabilmente non molta, ha il bello di essere in primavera, di sapere di fiori e cioccolata. Potrei saltarla, toglierla dal calendario, esserne liberamente dimentica. Invece qualcosa resta sempre: per bisogno, o codardia. Per il bisogno di dare un senso, sempre, alle cose, agli appuntamenti. E per paura di sentirci in colpa, se quegli appuntamenti ufficiali li scartiamo. Diversi dal branco, soli.
E così quello che posso dirvi, per questa Pasqua, è:
credete.
A qualcosa, a tutto, in voi stessi senza alcuna proroga o deroga o condizione.
Questo è il mio augurio: a ognuno di noi, diverso dall’altro. Non smettere di credere che puoi. Ogni persona ha le sue sfide, ogni cuore le sue rinascite. Ognuno ha i suoi attracchi e i suoi riti, ogni giorno le sue preghiere. Non smettere di credere. Sfidali tutti, quei ghigni interiori, gli sgambetti del caso, e continua.
Lascia quello che non ti somiglia più e cerca qualcosa che ti porti oltre.
Crolla quando devi crollare, misura da terra dove comincia il cielo,
sdraiati per vedere meglio le stelle, perché è per questo che si cade.
Trova due punti saldi e il resto lascialo come quei fazzoletti che i bambini sbandierano fuori dai finestrini viaggiando verso l’estate.
Non restare un solo attimo senza una fede.
Non smettere di credere che puoi. In un modo o nell’altro, sempre: rinascere.
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