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Maternità

Posti meraviliosi

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Fonte: www.suedtirolerland.it

Un foglio di blocco a quadretti, girato, lì, dalla tua parte, mentre faccio merenda. L’hai lasciato aperto, su quella pagina in cui scribacchiavi assorto mentre io chiacchieravo con Monica, e tua sorella giocava con sua figlia nell’altra stanza. Stavi appartato, come è tipico tuo, traccia parallela di universi smisurati. La penna ben impugnata, chino come un alunno, su compiti che da solo ti assegni, se te li assegni, nel tuo rigore da adulto, nella rincorsa ai quadretti.
“Dov’è la Cicilia?” mi hai chiesto interrompendo il caffè.
Ti ho corretto con una sterzata dolce: “Sicilia, vuoi dire? La Cecilia è una mia amica.”
Sul davanzale, alle tue spalle, dépliant della montagna, carte geografiche: le studi, a volte. Altre reclami una rivista dove poter scrivere i numeri. Ma ora che sai scrivere e leggere hai conosciuto l’amore per le lettere, simboli che ti traghettano lontano, che portano il mondo dei grandi vicino. Dalle etichette delle confezioni, alle pagine dei libri, ai titoli sui miei, alle pubblicità in tv, gli orari dei cartoni preferiti, leggi, ripeti, col tono monocorde di una segreteria telefonica: a volte ti chiamo “palinsesto”.
Sorrido, sorrido e sono fiera che tu scavalchi i tempi, che alla passione quasi ossessiva per le cifre si affianchi il verbo. Però ti osservo dalla mia testa adulta e spesso non ci entri: cosa sono quelle ripetizioni in serie, i segni che affollano la pagina? Vorrei atterrare sul tuo pianeta di carta, risuonare all’unisono, poi mi distraggo, oppure, semplicemente, ti lascio fare, come è giusto che sia. In bilico perenne tra il desiderio di mostrarti interesse e quello di rispettare i tuoi spazi.
Solo che adesso è lì. Quel blocco che hai lasciato. Potrei dire che non l’hai rimesso a posto, come ti abbiamo insegnato. Invece leggo al contrario quello che hai scritto col tuo tratto che cerca sicurezza: CICILIA. Eccolo qui – penso – ecco perché me ne parlava.
Ho voltato il quaderno, me lo son portata davanti, tra me e il vasetto di yogurt coi cereali.
Risalgo: ENEBERG. Manca una N: il paesino vicino a San Vigilio, dove andiamo ogni estate, in montagna. Lo riconosci da lontano, perché la sua chiesetta ha il campanile a punta. Non come Curt, che invece c’ha la cima a cipolla, come quelli russi. E allora dalla macchina specifichi: “Quello è Curt.”
Più su: PLISCIA. Scritto bene, con una SC di cui nemmeno ti sapevo capace. L’hai preso dalla mappa, questo. Il tuo lavoro curioso e certosino riemerge sotto forme sorprendenti.
In alto, in cima: VIGILIO SAN. Invertiti.
C’è una ragione se voli via tra pagine e silenzi. Una ragione, in quella testa, lega fili che non vedo, segue orme a me invisibili.
Ma è solo quando atterro sull’angolo in alto a destra che tutto si spiega: MERAVILIOSI POSTI hai scritto.
E io ho pensato alla meraviglia della tua testa.

Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!

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