M’insegue roca: “Mammaaaaaaa!”, giustifico il naso da soffiare, la lavatrice da spegnere, ogni gesto. E ancora: “Mammaaaaaaaaaaa!”
Mi sta incollata come velcro, una volta l’assecondo, un’altra è un’insidia, la scaccio, un colpo netto, come un sasso a bordo strada.
Di là, lei, piange o s’acquieta, gioca o non gioca. Di qua io: due solitudini.
Veloci, i bambini, che anche se li sgridi hanno già il naso all’insù, ha già ricominciato con quella sua bambola, il biberon di latte finto che ormai è evaporato, le canticchia una canzone.
Poi torna, emerge: “Ciao mamma!”, un guizzo come il fragore di una risata nel silenzio. Così, come non mi vedesse da giorni. Con quella forza che hanno loro, l’amo gigante che solleva madri balene.
“Baiae”: ballare. E io penso: fortuna che ho lei, che mi estrae dalla mia melma, libera dalle zavorre, dall’incombenza di pensieri stanchi. Esclamativa come una certezza, chissenefrega di queste fila adulte, delle righe da consegnare, di un pezzo da finire un medico un impegno un male.
Lei non capirà: che una volta la rimando, l’allontano come un pensiero molesto, la volta dopo già le sono debitrice per il suo ritorno.
Nemmeno io mi capisco: sono me e il contrario di me.
Commenti 4
Splendide contraddizioni…
Ps…. anche io non so resistere quando mi sento dire “baiare” …. è mi trasformò in una Madonna anni ’80…….
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Ah… superGisella! Il guaio è che nonostante tanta determinazione, dopo circa venti secondi la piccola ha già cambiato idea. Comunque, tanto ti stremano, quanto ti sbaragliano. In fondo sono del tutto irresistibili.
Ma sì. .. Le piccole sono fatte così. … è quando sei circondato da adulti che ragionano così che sono guai!
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Ah, certo, come darti torto!