Ho finito un romanzo che non ho mai saputo di odiare. Né di amare. Che, suo malgrado, ha deciso per me.
Direzioni
Una svolta dopo l’altra si ripete lo stesso zigzagare, bivi ricopiano bivi già superati. L’estuario non arriva mai.
Mi fermo sull’argine. Mi manca quando tutto questo torrenziale spingersi non era indispensabile. Quando una giornata cominciava con un grido bambino e si spegneva in un carillon.
Ma tu, che lavoro fai?
Nella mia vita si contano 3 fasi di imbarazzo, ossia quei periodi nei quali si viaggia con un piccolo fardello sempre addosso, la fatica ripartita tra il suo peso e il doverlo nascondere
I figli sono la nostra coperta di Linus?
Quello che il professore non sapeva, è che avevo ricalcato la prospettiva. La prospettiva figurava tra le tavole richieste, e io non l’avevo mai imparata. Nessuno, me l’aveva mai insegnata. Ecco, se io ripenso a molte occasioni della mia vita, io sono uscita viva, forse perfino vincente, con la tecnica della prospettiva. Non per furbizia, né per pigrizia: solo perché interpretavo le aspettative dell’altro come limiti invalicabili, che non lasciavano spazio a un timido m’insegna?