…È il momento più bello: il breve spazio in cui osi senza avere ancora un ottimo equilibrio. Ti sbilanci, cadi con un tonfo sordo sul sedere imbottito. Te ne freghi, ti alzi, riparti. Oscilli trascinando una bambola troppo pesante, a volte recuperi, altre no. E in poche settimane già ti mangi metri di stanze, ti affacci dalle porte, sbuchi come una novità ridente. Hai già acquisito sicurezza, te la sei presa da sola, snobbi la mano che ti offro, la sfuggi quasi fosse un’offesa.
C’è tanto di voi, figli miei. C’è tanto di tutti, nel modo in cui camminate…
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