Care maestre, oggi i bambini li avete liberati voi.
Coi vostri tempi, coi vostri modi, forse anche un po’… con le mie battaglie. Con le paure che poi fanno i conti con l’amore.
E così si insegna: a fare i conti con l’amore.
Il permesso di vivere
Questo vedono, questo insegniamo: adulti impazziti e terrorizzati che ancora non sanno riaprire le scuole né inventarsi niente, che coprono nasi e bocche, che impediscono di prendere una sacchetta all’asilo e chiedono ossequiosi a un dio – chiunque esso sia, un virologo, una dirigente, un sindaco – il permesso di vivere.
Cuori in cattività
L’altra abominevole menzogna è che i bambini sono solo contenti di questa quarantena: «Finalmente possono godersi la famiglia, la mamma, la casa, e dormire».
Parole di questo tipo hanno in sé una ingenuità, una mancanza di rispetto e una cecità ai limiti della violenza.
Se voi pensate che i bambini siano soprammobili.
Se voi pensate che siano peluche.
Se voi pensate che siano animali da compagnia.
O piante cui basta cambiare l’acqua.
Un bambino non è stupido: lo capisce, quando la fiaba del «vissero tutti felici e contenti» non regge più.
Non è vero che i genitori devono essere «sereni»
I bambini hanno bisogno di verità, non di fantocci. Hanno bisogno di saperci «ampie», non «serene»: ampie vuol dire con uno spazio e una solidità flessuosa dove tutto è possibile, dove tutto trova dimora, perché la mamma è il porto dove poter tornare sempre e sapere di essere perfetti così come sono
I bambini cercano di non dare disturbo
Lei si ferma, la bocca le fa un arco che cade, cade il mento, cadono le braccia. Immobile.
– Non riesco…
Sembra rotta.
E in un momento si ferma tutto, anche il bagno, anche il fiato. Allora la prendo, mi scuso con sua sorella, esco un momento.
Siamo sul dondolo in camera mia. Potrei raccontarvi di mille volte che sclero. Potrei dirvi di mille e uno cose che noi mamme, tutte – mica solo io – ci ingegniamo a fare. E anche i papà. Ma oggi voglio dirvi che i bambini soffrono. Chi prima, chi dopo.