Tu e io.
Certe mattine ho sperato di entrare e non avere nessuno. Impadronirmi della cucina: io, e i miei sbadigli. Avere un piccolo tempo come un segreto, la conquista conseguita con le vostre notti finalmente lunghe.
E invece appena spunto nel corridoio, la casa ancora bevuta dal buio, guardo subito avanti, se la porta è aperta, se vedo una lingua di luce. Trovare tutto identico alla sera prima, la soglia intonsa, la stessa penombra, quasi mi delude.
Ma sei lì. Prima di me, il più dei sabati mattina. O appena dopo. Quando il caffè sporca il fondo della tazza rosa e sul mio piatto restano le spoglie di una banana. Siamo la stessa impazienza, il sonno leggero
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