le mancano quei viaggi, quell’utero dello scompartimento.
Le sigarette che poi nascevano con chi infine te l’eri davvero incollato per gran parte del tragitto. E nei corridoi potevi ancora tradire la salute. Fuori correva il mondo e si abbassavano due dita di finestrino.
Le mancano quei sedili di pelle che sanno d’umanità, tutto quel vivere