NON È UN ERRORE DI DIGITAZIONE: NON SI RIFERISCE AL PONTE
E ancora va bene finché sono in fasce. Passi l’età del nido. Ma dalla materna in poi entrerai di diritto (e anche di rovescio) nel mondo incantato delle feste di compleanno dei figli.
Per (troppo) lunghi anni ho creduto di dover dire sempre di sì.
Non lo so perché: c’è una festa, si va.
Forse anche perché ci mando mio marito, ché tanto io ho la scusa della piccola che deve fare il sonnellino. Perché, va detto, la maggior parte delle feste ha l’impeccabile orario delle 3 pm.
Quelle inopportunamente collocate alle ore 17 mi vedono indiscutibilmente partecipe. Con l’aggravante che, di norma, la torta arriva alle 19. E l’aggravante ancora più grave che, dopo l’abbuffata, sbracheresti sul divano in cerca di silenzio, la bolla al naso, la tv che gira a vuoto. Invece devi spadellare comunque.
– Ma avete fame?
– Io sì.
– Io sì.
– Anch’io ho fffameee!
Passerai le cinque lavatrici successive a spennare calzini antiscivolo pieni di erba sintetica perché – va da sé – le feste fighe non si fanno più a casa della mamma o dei nonni, sul terrazzo in estate, in oratorio in inverno: si fanno nei megacentri di gonfiabili & co. Al limite ai Mc Donald’s, dove con gaudio nauseabondo ingurgiti il tuo Big Mac alle ore diciassette e dieci, e poi finisci pure le frites dei figli, rutti a suon di coca cola troppo gassata e, infine, logicamente metti su una pasta quando alle 7,30 pm rincasi e vorresti sbracarti sul divano in cerca di silenzio, la bolla al naso, la tv che gira a vuoto.
Poi ti arriva lui: l’invito alternativo.
– Patrick, vieni un attimo.
– Hmm, che c’è.
Non metto il punto interrogativo, perché se ti arriva un figlio coi calzoni calanti, la voce calante, lo scazzo salente (e saliente), non ha il suono di una domanda: ha il suono del preadolescente.
– A. non è forse il tuo migliore amico?
– Sì.
Vai, è una cosa bella! La voce fuori campo è di un padre molto ottimista.
– Allora, la parte bella è che A. fa la festa di compleanno. La parte brutta è che la fa… in piscina.
– Hmm.
(Toni più grevi del Hmm precedentemente somministratomi).
Sbircia la mail sulla quale troneggiano emojis di bracciate in acqua e simili.
– E cosa si fa?
– Be’, suppongo si giochi in acqua. Chiedono espressamente costumi, cuffiette, ciabatte. E shampoo.
Ripesco il ricordo del solo tentativo acquatico della nostra famiglia, la scorsa estate.
– E non potevano farla in un luogo più specifico?
– Amore, è in un luogo specifico: specificatamente inadatto a noi.
Commenti 9
Ahahah… quel post lo ricordo….
Questo genere d’invito per fortuna non mi è ancora arrivato… Comunque vince sempre e solo la mamma con più fantasia…☺
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Ma secondo me è anche geniale come idea. Mi spiace che c’è sempre un po’ una gara a chi è più originale, secondo me è come dici tu. E poi, va be’, mi spiace che davvero per noi questa era infattibile 🙁 Ciao cara
ahahahahahahahahah (rido fortissimo, perché condivido ogni singolo carattere di questo post…noi la prima festa in piscina ce l’abbiamo domenica prossima, a 7 anni)
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Ma davvero? Allora non è un’idea così originale 😉 Una nuova moda? E ci vai? (Immagino che siate più acquatici di noi: esserlo meno… è impossibile!)
vado vado, ho dato la mia parola…
La cosa brutta sono le feste di compleanno alle 16.30 infrasettimana.
I genitori si sentono caccole perché finiscono di lavorare alle 17 e non riescono a portare il figlio ad un orario dignitoso, i figli sono tristi perché non vanno alle feste.
‘Na tragedia…
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Sì, è capitata anche questa!!! E, confesso, abbiamo bigiato 🙁 Però i bambini devono anche imparare che le feste non sono sempre un “obbligo” del genitore…
Eh, proprio a tutte le feste andare è davvero impossibile e sarebbe anche uno stress terribile! Noi saltiamo quelle infrasettimanali e anche qualcuna nel weekend, cercando di andare solo a quelle degli amici veri. Ovviamente avvisiamo per tempo. Feste in piscina, però, ancor anche non ne avevo mai viste e per fortuna neppure al Mac. Gonfiabili un anno, poi grazie al cielo, hanno smesso!
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Ma quindi dove le fanno, in casa? Forse i gonfiabili e i mc donald’s sono più diffusi nelle grandi città.