IL VERO RISCHIO DI INVESTIRE IN UNA PASSIONE NON È LA PAURA DI NON FARCELA. IL VERO RISCHIO È INQUINARE QUELLA PASSIONE
Dicono che le amiche hanno una sorta di sincronizzazione fisica, che quando a una viene il ciclo anche le altre seguono la stessa sorte.
In questi giorni ritrovo sul web le stesse considerazioni che ripetutamente risalgono dai miei fondali. Forse è come dice Thomas Mann, quando un pensiero ti domina lo ritrovi espresso dappertutto, lo annusi perfino nel vento.*
Forse basta un lieve mulinello, unito alla nostra personale interpretazione, a rimestare quelle acque.
Fare, essere, aspirare a.
A sei anni scrivevo le mie prime poesie. Quando, a sette, il mio cuore decise di scoppiare, il braccio arrestato dalla flebo non mi impedì la penna: mi allenavo a scrivere con la sinistra. Il mio primo quaderno da ragazza lo sfondai, allargai la copertina, la deformai per ospitarne altri, poi li pinzettai insieme. Quando nemmeno quello bastò più, comperai dei quaderni normali, e presi a numerarli. Oggi sono al numero 115.
Nel frattempo avevo mollato e ripreso, se guardo il percorso ci sono le grandi tappe, come nel giro ciclistico, le aree di ristoro. Poi rimontavo in sella, più forte. Per dove? Non me lo chiedevo mai. La scrittura era il mio mezzo di locomozione. Arrivò il pc, il primo fu quello dell’ufficio dove lavoravo come segretaria. Il primo davvero mio, dove aprire un doc dopo l’altro. Sottrarre poi, segretamente una domenica, tutti quei files privati quando diedi le dimissioni.
Finché un giorno in libreria trovi libri di esordienti e pensi che potresti starci anche tu, un piccolo spazio, quanto prende un libro, il suo dorso? Un paio di centimetri.
E questa idea comincia ad andare e venire, ogni volta che viene produce un piccolo starnuto, una grande forza espulsiva. È una sorta di allergia stagionale a restare nel tuo piccolo nucleo privato.
Viene quando vedo che ho un buon pezzo, che vale. Va quando ascolto il rischio. Perché
il vero rischio di investire in una passione non è la paura di non farcela. Il vero rischio è inquinare quella passione.
Te la devi tenere da conto. Perché è come un cuore. Non ci puoi mettere troppo smog, ostruirlo, fiaccarlo. Ne hai uno solo, è quello.
In tutta la vita, in tutto il mondo, ogni giorno, siamo soggetti a regole, coordinate, compromessi. Cosa, e dove, si è follemente liberi?
Nelle passioni.
Investire in una passione significa addomesticarsi. Promuoversi, stringersi e poi allargarsi a un ritmo che non è più solo quello del tuo respiro, del respiro delle cose e delle parole. Investire in una passione vuol dire che quando fuori tira una brutta aria quel gancio salvifico che ti ancorava ai tuoi visceri è proprio ciò che adesso traballa nel vento. Che a un certo punto cominci a organizzare, e la superba ingenuità dell’amore diventa un macchinoso processo.
Quanto piacere resta vergine, in queste misure?
L’aspirazione è spinta o prigione?
Nella scrittura, nella vita. Perché è tutto lì: scegliere se puntare la bussola, seguire un tracciato, senza nessuna promessa. O essere vagabondi. Lasciare che altri prendano quei due centimetri in libreria.
Oppure.
Un passo dentro, due fuori. Arriverai più tardi. Se arriverai.
Ma arriverai danzando.
* Thomas Mann, Tonio Kröger, 1903
Commenti 26
Maddalena, sono ingenua, sicuramente, ma io ho fiducia nel talento. E tu ne hai così tanto che basta solo quello ad ossigenare e purificare quella passione che se lo porta appresso, da quando eri bambina . E per un talento così sono sicura che sia pronto uno spazio enorme, non solo quello che occupa il dorso di un libro. E ti auguro davvero di occuparlo danzando, di arrivarci con la tua passione intatta, pura. Non smettere mai di credere che quel luogo esista. Ti abbraccio, forte ❤
Author
Prima di tutto GRAZIE. Poi… c’è una certa pressione, la passione una volta era del tutto libera, adesso la controllo, se la musa tace vado e la scuoto. Qualcuno dice “quando arriva arriva” (come il Natale), ma altri dicono che ci vuole disciplina. Allora mi applico. Poi tentenno. E poi… l’ingenuità: forse bisogna mantenerla, ma fa a pugni col mondo dell’editoria, con il self publish e la democrazia del web dove tutti sono improvvisamente scrittori, con le leggi del mercato. Devo ricordarmi dell’amore. La scrittura è amore. Altrimenti è solo grafia. Ps: ho corretto io il refuso, spero non ti dispiaccia 😉
Lo so che è dura aver a che fare con la realtà, ma, forse, solo chi come te, ama la sua passione, riesce a farne anche un rifugio sicuro quando la vita ci vorrebbe stravolti, diversi, non più autentici. E le persone come te, hanno bisogno di quel rifugio, per ritrovarsi. Per il refuso, certo che non mi dispiace 😉
Dolce Madda, come ti dicevo ieri, non strumentalizzerò più le mie passioni con il rischio poi di disinnamorarmi. Continuerò con i miei tempi, scegliendo cosa sì e cosa no a prescindere di cosa funziona e cosa invece rimane ai margini. E come dici tu, chissà se arriveremo. Di certo ci godremo di più il cammino.
Un abbraccio a te <3
Author
Squisita, grazie Loredana. Non mi è facile mantenere la convinzione. Essere davvero libera dalla strumentalizzazione… è anche questo difficile, siamo comunque condizionati, io un po’ lo sono, per esempio quando osservo la vita “cercando”, ai fini di scrivere. Non sempre la scrittura è il risultato della vita, così spontaneo. A volte stai lì coi piedi puntati, con l’obiettivo pronto allo scatto. Non è il massimo. :*
È capitato anche a me, forse accade tutt’ora, di vedere “strumentalizzata” una mia passione. Io credo sia tutta questione di priorità. Tutto qui. Priorità. Ognuno deve trovare le sue e, forse, ma dico forse, a quel punto sarà chiaro il percorso da seguire
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Io li chiamo valori. Forse è quello che dici tu. Penso anche un’altra cosa: bisogna accettare che i confini vanno rivalutati di continuo. Grazie 🙂
Ti capisco bene Madda, però forse la chiave del successo non è l’accanimento, forse a volte basta solo fermarsi un attimo, fare un passo indietro o trovare nuove strade.E il fatto di fare un passo dentro e due fuori mi sembra un buon compromesso. In ogni caso tu hai una scrittura elegante e sofisticata che di per se è già un successo :-).
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Mi fermo anche ma forse sono un po’ idealista, mi ero immaginata una buona dose di fatiche, ho le scorte per reggerle. E invece poi ti ritrovi che le fatiche sono di più, le scorte scarseggiano, e metterti a tavolino a pianificare un altro percorso anziché stimolarti ti fiacca, toglie un po’ di aria alla passione.
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ps: “elegante e sofisticata” considerato che sono un maschiaccio con gergo tendente allo scurrile mi stappa un sorriso (sì, sì: stappa, senza R).
Maddalena posso fare dei post it con alcune frasi del post da attaccare nello studiolo dove mi ritiro a deliberare creativamente durante il giorno? Io sono una sognatrice con la testa fra le nuvole e i piedi per terra (credo lo disse Terzani) e sostengo con tutta me stessa l’importanza di cercare quella cosa che quando la facciamo il resto del mondo non esiste perché è solo nostra e continueremo a farla a prescindere da tutto e da tutti. È lì, in quel luogo che siamo veramente liberi, liberi di essere noi. Procedi danzando, goditi il percorso e sia quel che deve essere. 😊
Author
Anche tu hai uno studiolo? Il mio è minuscolo, mi ci chiudo solo qualche ora nel weekend, per il resto campeggio in cucina, a un bancone sega-gambe che però domina la vita familiare. Forse ci vuole una personalità diversa dalla mia, forse io sono troppo indomita, e davvero non lo dico minimamente per vantarmi, sta volta. Se portare la scrittura in un progetto poi dà ansia, magari è meglio sbronzarsi nello studiolo…
Io quei 100 e passa quaderni li vorrei accarezzare tutti. Le passioni rendono liberi ma allo stesso tempo schiavi, compromessi, violenze, sradicamenti ma sono certa che riuscirai a trovare la tua strada. Un abbraccio.
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Ciao Simo… liberi e allo stesso tempo schiavi. Mi dai da pensare. Grazie mille, ti abbraccio 🙂
Cara Maddalena, spesso anche il vero talento deve sottostare alle leggi del marketing! Come diceva sempre mio nonno:”Non si può piacere per forza a tutti”.
Sono sicurissima che se tu volessi, potresti scrivere una serie di post brillantissimi che ti farebbero spiccare ai vertici, salire in classifica, conquistare i favori del pubblico.
Chiediti se questo è realmente quello che vuoi. E poi agisci di conseguenza.
Author
Ho scritto alcuni post non troppo impegnativi, adatti al web, che potevano diventare virali (da quello che conosco del blogging), eppure non è stato così. Gli stessi pezzi, o pezzi simili, scritti da chi ha già un nome, fanno in un attimo il giro del mondo. Non punto alla fama, ma a farmi conoscere e, idealmente, a pubblicare nel mondo editoriale. Ammesso che non mi passi la voglia prima. Ma certi meccanismi secondo me sono quasi perversi, ed è lì che mi fermo, e cerco di non dimenticare che prima di tutto voglio amare quello che faccio… Grazie Priscilla, apprezzo molto le tue parole.
Secondo me è anche questione di caso, di investimenti e di fama. Alcuni ci arrivano proprio solo per contatti e investimenti e poi cavalcano l’onda. Altri, molto più meritevoli, non ci arrivano mai. D’altro canto, non è così anche nelle professioni e nel lavoro, nella vita in generale. Puoi essere un genio bravissimo nel tuo mestiere, ma se non hai i contatti giusti e un pò di sano c…o, difficilmente emergerai. E’ triste, è deprimente, è cinico. Però io ormai mi sono convinta che sia la realtà.
Author
In parte hai ragione, ma io sono ingenua e confusa. Mi infervoro quando vedo altri raggiungere grandi risultati senza essere (a mio avviso) più meritevoli di me. Ma spesso, al contrario, penso che invece hanno qualcosa che a me manca. Che non è solo il sedere.
Non ho parole da scriverti, di fronte a queste riflessioni. Perchè è vero, si rischia di inquinare le proprie passione, agli occhi degli altri ma, ed è questo che davvero conta, anche dei nostri. La scelta è difficile. Ci vuole coraggio ma anche una profonda conoscenza di se stessi. Entrambi non scontati, per nulla. Qualunque strada sceglierai, però, io ti leggerò.
Author
Grazie, Giulia 🙂 Credo che un po’ si vada a fasi, questi dubbi vanno e vengono. Forse non ci sarà mai il salto certo, netto, che mi porta da una parte o, piuttosto, mi riporta indietro. Magari mi manca determinazione, ottimismo, fiducia. E servono anche quelli, non solo tante parole ben messe in fila.
La conclusione del tuo post mi sembra bellissima. Condivido tutto, soprattutto lo stato d’animo di queste riflessioni, anche se essendo passato un bel po’ di tempo immagino che qualcosa sia cambiato per te nel frattempo. Mi sto convincendo sempre più che non si può far dipendere la soddisfazione o la felicità dall’esterno, meno che mai quando si ha a che fare con il mondo della scrittura. Hai ragione quando dici che non si deve inquinare questa passione. Non è facile, ma dobbiamo almeno provarci. Tu lo devi di certo a quella bambina con la penna nella mano sinistra…
Author
Che belle parole, sei sempre una persona con cui avverto sintonia subito, oltre a dare ottimi consigli sul tuo sito. Non sono cambiate cose enormi, sono sospesa in attesa di alcune possibili svolte. Intanto, però, sto anche io facendo quel tipo di ricerca su di me che mi porti a dipendere meno da “fuori” ed essere più solida “dentro”. Ti abbraccio, e grazie…
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