Isabelle mi porta il libro della Fatina Giulia. Che si è fatta una casetta nel tronco di un albero. Colora le pareti di rosa, raccoglie quattro fiori da mettere in un vaso.
Le prendo il dito, conto per lei.
– Uno, due, tre, quattro. Capito?
Ripete scorrendo sui tulipani bianchi: – Sette, nove, dodici.
E io rimango un attimo lì. Sto per correggerla, poi mi lascio scardinare.
– Ma sì, va bene così.
Quando cominci a contare smetti di essere felice. Ho meno soldi di lui, ho più chilometri da fare, mancano ancora troppi giorni, ho meno like su facebook. Quanto guadagni, quanto ci vuole, quanti anni hai. Sto invecchiando. Non l’avevo messo in conto. Devi fare i conti con.
Quali conti?
L’unico conto sei tu. Contare su sé stessi è la sola matematica che vale davvero.
Commenti 2
“Contare su sé stessi è la sola matematica che vale davvero”
Troppo vero. Sono parole da incorniciare.
Un abbraccio Eli
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Ciao cara! Sì, in verità devo impararle anche io 🙂