PENSI A QUEL TELEFONO CHE SQUILLA CHISSÀ DOVE. PENSI A LORO COME PERSONE. STORIE.
Poi guardi i loro profili, una galleria di foto, una descrizione, l’etichetta che se ci clicchi su ti mostra il telefono diretto. Pensi a quel telefono che squilla chissà dove. Magari stanno ancora mangiando a quest’ora. Magari la signora è fuori a fare la spesa. Pensi alle loro storie. Molte vengono dal Perù, oppure dall’Est. Puliscono, si attrezzano, si adeguano. S’ingegnano.
Hai acceso il pc cercando la via d’uscita. Non ti è andata un cazzo giù la cosa che sei tornata dalle vacanze, che tuo marito è tornato in ufficio, che tutto è come prima, solo un po’ peggio: figli amplificati dall’abitudine al fare, a girare, ad avere noi sempre lì. Non ti è andata un cazzo giù che ti hanno mandato un pacco, poche righe di mail. Via. Perché sta volta l’hai fatto, l’hai detto e l’hai fatto: sono anni che ci provo, non si presentava mai nessuno, mi facevo ridare i soldi, quando chiamavo una donna delle pulizie e quella non veniva. Sta volta hai detto che sarà mai, che diamine, cerchi, prenoti, paghi.
Non ci puoi credere che all’ora preposta non bussa nessuno. Nemmeno questa volta. Che è la quarta o la quinta che ci provi, agenzie diverse, oppure privati. E, comunque sia, cominci a credere alla Sfiga.
E adesso capovolgi i tuoi figli: fino a ieri ti sei ingoiata il malcontento per il loro stridente lamentio, gli hai pure detto “oggi merenda in salotto”, che tanto poi veniva tizio a pulire, eh? Chissà chi ci mandano. Tutto organizzato. Adesso li sbrani se cade una piuma dal divano, se in cucina c’è il segno di una crosta di pane.
Ti eri già vista, i carrelli della spesa, con calma, faccia prima la cucina che quando torniamo così mangiamo. Tutto pianificato.
Un po’ ti fa schifo questo borghesismo, chi è che lascio a strisciare a terra mentre io riempio i carrelli? Chi lava i miei cessi mentre io mangio in cucina con la mia famiglia? Ma, che cavolo, se vuoi ti giro la faccenda, voglio più tempo per noi, do lavoro a qualcuno.
La mail mi arriva di notte, la trovo al mattino: quando, cellulare silente, interrogo la busta degli inbox a pc che l’ora fissata è già sforata di qualche minuto e fuori la strada se la ride come un giullare, si spinge fino ai bordi sgombrati da chi è ancora via.
Mi spiace per il ritardo con lui l’avvisiamo, ma la persona incaricata ha problemi di famiglia e non siamo riusciti a sostituirla. Ore 23.58.
Allora stai lì inebetito, ritiri i soldi dal paypal che chiameresti pay-ste-pal. Un minuto di concentrazione. E poi all’attacco. Esattamente dove sei adesso. La rimonta: tutti quei siti internet, altre agenzie, privati, persone. Non c’è nessuno di esattamente vicino a casa mia, più stanno lontani più è facile che ci sia un imprevisto ancora, non hanno la macchina, il bus è in ritardo, lo sciopero mezzi. Guardo lo stesso. Adesso sto qui, e cerco e risolvo.
Poi guardi i loro profili, una galleria di foto, una descrizione, l’etichetta che se ci clicchi su ti mostra il telefono diretto. Pensi a quel telefono che squilla chissà dove. Pensi a loro come persone. Storie. E forse sta cosa di farti pulire casa, forse non ti è mai funzionata perché in fondo ti sembra servile, o non hai ancora imparato come considerarla. Non hai imparato a dare un nome a chi verrà, farla un po’ tua, un po’ vostra, in casa, e allora sorriderle aprendole la porta e sentire che è bello per entrambe, che lei ti dà una mano, che tu la dai a lei.
Commenti 5
Ecco. Pulizie a parte, mi sono gia innervosita al pensiero del ritorno! 😉
Author
Hmmm… non sarà che sei stata via troppo? 😉
Anch’io mi faccio un sacco di problemi nel chiamare una signora ad aiutarmi in casa. Ero in pace con me stessa solo quando lei puliva ed io mi riposavo sul divano col pancione di o mesi. Ma è come dici tu, in realtà è un servizio vicendevole e capita che la signora delle pulizie diventi anche un’amica.
Author
Grazie Ketty, allora non sono la sola… In effetti ho più volte provato con società di pulizie sul web, mi sembrava più professionale e facile, forse perché entità quasi astratte. Ma, come ho scritto, giuro mi hanno sempre paccato! Spero di trovare una persona che diventi un po’ di casa, con cui avere un buon rapporto di collaborazione.
Pingback: Abbandoni domestici | Pensieri rotondi