LA FELICITÀ HA BISOGNO DI FATICHE, MA ANCHE LE FATICHE HANNO BISOGNO DI FELICITÀ
Ciao merlo.
Serve una scusa per fermarsi e dire cose. Così uso te. Anche tu ti sei fermato, hai preso un ramo dei nostri, qui fuori, ti ci sei aggrappato con le tue sciocche zampette. Quando sono tornata fuori in terrazzo eri ancora lì.
Io devo fermarmi perché così m’illudo di controllare la vita. E tu, perché ti fermi?
Avete un gran culo, voi volatili. Volate ma non siete nemmeno obbligati. Vi bastano poche cose. Il mondo lo potete vedere minuto, da quell’arbusto. Però se vi va stretto basta un colpo d’ala e via che vi andate a guadagnare tetti e panorami.
Portami con te.
Dicono che è asma. Quella cosa che la notte rantolo. Adesso pensano all’asma. Sono mesi, anni che mi lamento, e nessuno che mi desse retta. Poi un giorno decidono di auscultarmi e mi trovano i bronchi chiusi come le botteghe a ferragosto. Mi faccio venti aerosol, torno, un altro medico, la stessa diagnosi.
La dottoressa è la solita, quella che “è tutta ansia”. Ci ho provato, merlo, io ci ho provato a dirglielo: “Sa, questa fatica a respirare… sta volta non credo sia ansia, perché il cuore è leggero.” Se ne sta lì buono, non sbaglia un colpo. C’ho il cuore preciso come un pendolo, va avanti con le sue forze intrinseche. Però questo soffocamento, mi dico, magari è per tutte queste storie, per Sarah che la sera non dorme, che di giorno esce a fatica, e io consumo i metodi, cambio sistemi, e lei sempre uguale, rimane. Incollata all’ovale d’un cesso. Le dico almeno cerca di collaborare, se uno c’ha l’acqua in casa, mentre aspetta l’idraulico intanto s’infila le galosce, mette sotto due pagine del Corriere, asciuga dove può. Cerchiamo almeno di gestire questi sintomi. Credo abbia capito. Le parole. Le arrivano sui capelli. Solo i capelli capiscono, dondolano nel suo sì. E allora a me l’asfissia non passa. E così il corpo si fa venire l’asma.
Invece la dottoressa schiva i miei lanci psicosomatici, mi guarda ferma, il viso è tondo e morbido, però la voce è marmorea, bella lucida e ferma: “No, no, qui l’ansia non c’entra niente.” E poi mi dà un broncodilatatore.
“Ma non è che mi fa male al cuore, coi miei precedenti di endocardite?”
“E cosa facciamo? Devi prenderlo, mica possiamo andare in insufficienza respiratoria.”
Più tardi a casa faccio quella cosa che ai medici non garba: cerco “insufficienza respiratoria”. Ti possono venire le dita blu, se non c’è ossigeno. Tu conta che già ho il cuore che fa i rigurgiti, non è un asso ad ossigenarmi, anche se batte bene, sì, te l’ho detto: come un pendolo. A te son mai venute blu le zampe? Comunque le mie dita stanno bene. Sono viva.
Allora segno tutto, su quel grande foglio excel che ormai è diventato la mia scrittura. Finisce che anziché lavorare ai miei manoscritti ho solo un enorme foglio di calcolo. E cosa vogliamo calcolare? Gli mando questo, agli editori. Pubblico “la storia a quadretti.”
L’anno scorso, di questi tempi, scrivevo a Settembre.
Mi piace scrivere a chi non sa leggere: m’illudo che capisca tutto.
Ma siccome settembre mi sta abbastanza male addosso, ci sopportiamo con difficoltà e l’anno scorso non mi ha dato retta, questa volta provo con te, merlo. Magari voli e porti i miei suggerimenti a Monsieur Destino. Magari tu sai dove abita.
Volevo concentrarmi sugli editori, invece spendo il tempo in telefonate e medici…
Se trovi il Monsieur digli: che voglio notti lunghe e sane, che questo dosso me lo cavalco ma poi per un po’ basta, che spiani.
Che insieme agli imprevisti arrivi almeno un imprevisto buono: quello che noi umani chiamiamo “sorpresa”.
Che una cosa, almeno una, venga facile e mi riporti a credere che meritiamo tutti un po’ di FACILITÀ, ogni tanto. Digli anche che quella cosa della felicità che è più vera se prima ti fai il mazzo è giusta. Però digli pure che un mazzo senza ricompensa dopo un po’ puzza. Come gli ospiti. Insomma
la felicità ha bisogno di fatiche, ma anche le fatiche hanno bisogno di felicità.
Non ho programmi, altri che questo. Vorrei dirti che ho ripreso a meditare, lavorando sulla respirazione: stavo cominciando, in effetti. Anche a cantare: mi tornano le passioni da ragazza. Poi qualcuno ha ben pensato di fottermi proprio sul respiro. Ogni settembre ho avuto qualche progetto, qualche appuntamento o direzione che mi facesse sentire produttiva.
La gente ha bisogno di sentirsi produttiva per sentire che vale, per rassicurarsi.
Ci si mette dentro, a questi progetti, come le formichine tutte in fila. Serve per sentirsi contenuti, “parte di”.
Be’ io sta volta non ho preparato nulla, così le mie vicissitudini nulla potranno sputtanare. Incredibilmente, però, non mi sento “meno” me, o più vuota. Solo più tranquilla.
Digli anche questo, al Monsieur.
Se non lo trovi va bene uguale. Si sarà perso nel Caso.
Ad ogni modo torna presto, merlo. Fammi sapere cos’hai scoperto: oltre il frangivista del mio giardino, e tutti i frangivista dei nostri piccoli esseri.
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Commenti 6
Difficile commentare un post come questo. Però già dare un nome alla patologia, secondo me è avviarsi sulla buona strada. L’equilibrio tra broncodilatatori e cuore, non lo conosco. Se non ci fosse, potrei dirti di non preoccuparti: i broncodilatatori funzionano e non è detto che tu debba prenderli sempre. Io dopo due anni ho smesso, l’asma praticamente sparita, bronchi come nuovi, solo attacchi sporadici per reazioni allergiche più gravi, ma basta il Ventolin e passa. Ovvio che ogni situazione è diversa, però ci tenevo a dirtelo per darti la giusta speranza.
Quanto ai programmi, anche io ho smesso di farne. Tanto, a gennaio ho espresso un solo proposito, quello di arrampicare di più: venti giorni dopo ho rotto il crociato. Basta propositi, dunque, e magari andrà molto meglio!
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Non è detto che sia asma. Ieri ho fatto la spirometria, la dottoressa ha detto che ho la bronchite. Logicamente i risultati della spirometria sono abbastanza brutti, ma confido siano dati solo dalla patologia del momento. Il punto è che ho malanni o disturbi troppo frequenti, e anche ci fosse sotto l’asma, resta da capire perché ho anche problemi con naso, mal di testa tipo sinusite che però dalla TAC non emerge. Forse qualche nuova allergia, i soli test a riguardo sono di cinque anni fa. Mi manca qualcuno che voglia vedere tutto nell’insieme, gli otorini rimandano agli pneuomologi, questi agli otorini. Agosto è stato un inferno, il quadro è decisamente peggiorato. Spero di fare come te, che si capisca presto, si risolva… Come sta il tuo crociato? I progetti vanno fatti in segreto, altrimenti la sfiga te li ruba. 😉
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Ma scusa, un allergologo? Se l’asma è allergica, non è detto che l’allergia non si esprima contemporaneamente anche in rinite, mail di testa, stomaco, esantemi ecc. Magari non è quello, però, per dire, quando mangio quello a cui sono allergica a volte io ho gonfiore a labbra e gola, tosse e asma, altre, pure se è la stessa cosa che ho mangiato, mail di testa e vomito, altre ancora priorità e sfoghi su busto e braccia e, secondo l’allergologa, tutto il corpo reagisce all’istamina, a volte con un organo, altri con altro. Rinite e asma, poi, di solito vanno a braccetto. Tieni duro e insisti, anche con un buon allergologo. P.s. Io sono seguita ad Aosta, però figurati quanti ce ne sono a Milano!
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Le prove allergologiche le ho fatte 5 anni fa. Può darsi valga la pena rifarle, infatti. Quello che mi fa incazzare è che sono sempre io a imboccare i medici. Prima di tutto cominciamo a vedere se è asma, perché, stranamente, io anche sotto antistaminici non ho miglioramenti dei sintomi.
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