Fuori è rimasto un ricordo invernale nei capitomboli delle foglie arricciate, nella fanghiglia o nella terra dove lasciano corse i bambini. Nelle teste glabre degli alberi leggi, se vuoi, l’inconsistenza, l’incertezza di una stagione, la nostra stessa contraddizione. Di pieni e di vuoti, le prime bevute alle fontane e poi un tè caldo nelle caffetterie, le prime maglie sudate e madri che implorano rivestiti! Le prime righe incandescenti dalle persiane, i primi sorsi di sole serale. Ma anche le luci per la via, durante pentole sul fuoco.