È un buon segno, quando lascio le cose a metà.
Se non c’è il vago tremore della foga, se le mani sono salde e danzanti, è un buon segno.
È il passo cadenzato dal desiderio. E non importa se sfugge alla logica, né se pare l’inerzia incantata di un bambino. Anzi, a me piace.
È il salto giocoso della curiosità. E non importa se poi non scopro chissà cosa: riscopro, almeno, la mia ingenuità.
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