…Non sopporto i bambini che, correndo in preda alla generosità della loro energia infantile, non si preoccupano di tentare o almeno fingere di scansare me e, soprattutto, il passeggino con tanto di piccola indifesa. Come ieri, questa creatura col suo cappellino rosa: la vedo che divora la stradicciola, e non è colpa sua se questa fa tre spanne (delle sue) in larghezza, e se incrociarsi è un esercizio di galateo a chi cede il passo per primo…
“Sì, Signora”
Dunque c’è questa coppia che incrocio quotidianamente andando o tornando da scuola. Quattro stecche da biliardo per gambe (due di lei, due di lui), qualche passeggino, un numero variabile di infanti: loro, non loro, non è dato saperlo. Lei ha due biglie d’occhi di colore incerto, sporgenti e riversi sul mondo con un languore che le sgorga dal profondo. Lui un piercing alla lingua: lingua che non è difficile apprezzare dacché i due innamorati si scambiano una mole ingente di “convenevoli” mentre le dita intrecciano promesse, i jeans cascano, e le sigarette imperano…