Vorrei per voi

Se dovessi augurarti qualcosa. A ognuno di voi. Augurerei il coraggio.

Non perché io non ne abbia mai avuto, molti magari potrebbero pensare che tre figli sono coraggio… Non perché sia la sola cosa necessaria.

È troppo facile dire vorrei per voi la felicità. Tolte alcune occasioni chiare come grandi insegne luminose, la felicità non lo sappiamo nemmeno, cosa sia. Ognuno ha la sua, e quando crede di conoscerla e volerla, scopre che è scaduta.

È il coraggio, la chiave dei motori, e dei pentagrammi. Dei viaggi e delle musiche.

Non il coraggio scellerato di chi si butta dai ponti, sfida le rotaie di un treno in attesa del convoglio. O anche questo, se volete, queste prove irrisorie di un confine che non esiste. Non il coraggio di enormi imprese, mollare tutto, tentare la sorte. Con quella spinta a cavalcioni tra la fuga e le migliori intenzioni.

Il coraggio che vi serve, il coraggio «quanto basta».

Il coraggio della scoperta, della curiosità, dell’accoglienza; della complicità, della diversità, quando la vita non è come te l’aspettavi. Il tuo amico nemmeno. E la gioia ha cambiato le misure.

Il coraggio di sapere. E di non sapere.
Il coraggio, anche, di stare fermi.

Qualsiasi sogno senza il coraggio si svilisce, qualsiasi progetto s’incaglia.

Sarà il coraggio a farvi prendere la gioia come se lei avesse preso voi: quella che viene, quella che avete cercato. Quella che poi sarà alla porta accanto, e voi saprete non invidiarla.

Sarà il coraggio a farvi aprire al dolore perché il dolore è fango, e ci puoi disegnare. E se lo bagni col pianto e lo modelli, sotto ci scopri un tunnel segreto, magari, magari un’altra vita.

Sarà il coraggio a disarcionare le certezze, a farvi andare contromano nei tracciati dei «si deve».

A intestardire il cuore nella fiducia quando ogni cosa incespica. Ma anche a snudarlo e con l’errore in grembo buttare via le colpe. E ripartire.

Perché il coraggio è spazio. È la vita. Senza la morte.

È l’inizio, senza mai finire.

_{Photo by Pixabay – Creative Commons CC0}