Maternità

In mezzo alle ore

E IO RIDERÒ PERCHÉ RIDERÒ, NON PER FARTI PIACERE

 

Mi piace che al fondo di una giornata dilatata dai pensieri oppure infittita dalle preoccupazioni, ci sei tu.

E anche al mattino.

Mi piace che il tuo naso era già lungo quando sei nata, e se restava uguale forse adesso sarebbe piccino e invece è cresciuto anche lui. Eppure è gentile e scivola giù verso quel mento sveglio come un trillo. E sta tra gli occhi che già quando ridevano i primi risi erano conchiglie con un mare di luce.

Mi piace che al fondo di una mattina o anche di un’ora ci sei tu. A volte capita che sembra uno spirito, oppure potrei pensare a un passerotto ma uccellini non ne abbiamo, spiriti invece forse, chissà. Non vedo perché quel suono arriva e bussa all’inconscio prima che la mente azioni un gesto, mi volti. Allora mi piace scoprire che sei tu, nell’esatto momento in cui lo stavo indovinando. Hai qualche invenzione che merita i miei occhi. Che non sono conchiglie e forse non hanno mari ma quando ti vedono suonano.

Mi piace che in capo a un silenzio o a mille parole adulte, a un passo qualunque per strada o all’assenza apparente di eventi, ci sei tu. Con la tua stella cometa di follia. Cui posso consegnare la mia. Ce le scambiamo e le osserviamo ciacolare come vecchi ubriachi, in una lingua di cui, quasi, siamo spettatrici.

Mi piace che posso dirti tutto. Perfino che non voglio quel plico di disegni che oggi porti dall’asilo.

«Ehi, sono stufa di tutti questi fogli».

Perché il mio tono è così leggero e tu così libera e quei due burloni dei nostri umori così vicini a darsi gomitate che lo sai. Quanto amore faccio e disfo e ascolto e poi mi prendo addosso e ti butto in braccio. E penso che posso permettermi perfino questo. Ché hai già l’età in cui oltre che madre attenta posso essere io. Senza sconti, con poche cautele.

E due minuti dopo vederti che sei già alla prossima scenetta sciocca, coccodè, muovendo ad ala il braccio e il mazzetto di disegni. Farai tutta la strada che manca, così. E io riderò perché riderò, non per farti piacere.

Mi piace che al fondo di una tua battuta il mio riso diventa inevitabile e al fondo del mio riso il tuo rimbalza e poi diventano chicchi di gioia.

Mi piace che a volte basta una sola tua espressione. E hai cambiato espressione a tutta una giornata.

Isabelle. In fondo ai giorni e agli inizi. Isabelle in mezzo alle ore.

Qualcosa di nuovo?
Ti avviso io: a caso, quando capita, una vetrina degli ultimi post!

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