Quella vecchia si siede accanto a me, la sua giacca carezza la mia. Non ho pensato a quanti anni ha. Io non penso mai agli anni, alle bollette che ognuno deve alla vita. Ho interrogato la sua gioia. Perché un labbro saliva sulla guancia, da un lato solo. E quel lato era il mio
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Ce qui reste
Mille volte questi scorci, mille più del Louvre o dell’Opéra. Queste vie a colori pastello, le mansarde aggrappate ai piccioni, alle ringhiere di ferro battuto, la Senna così ampia e materna, i giardini, le boulangerie all’angolo, l’Ile de Puteaux, la collina, il ponte. Le péniches attraccate, le nuvole che stanno per cadere e poi non cadono mai.
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Un’altra Parigi
Poi si cammina, si segue la Senna, le luci sospese delle mouche, le ondate giapponesi verso i moli. Siamo turisti a metà, lui che sa tutto, nel suo, io che non so nulla.
Delle ore ce ne fottevamo. Ci svegliavamo quando uno dei due si svegliava. Quando la luce già comandava alle finestre. Tanto potevamo sempre tornare