…Ricordo i miei ultimi giorni di gravidanza con tenerezza, quell’attesa così dolce di tanti mesi che d’improvviso s’impenna, si fa quasi aspra, sa d’impazienza, di gioia e di dolore, è piacevole perché ama, spiacevole perché impotente. È un riassunto feroce del vivere a questo mondo. Così, senza mezzi termini: una vertigine…
Un viaggio meraviglioso
La madonnina è ancora lì. Imperterrita, con la sua veste azzurra, nella cappelletta che dà il nome alla via. Mathias mi scatta una foto: io, con la piccola Isabelle in braccio.
Eccola, la porgo alla dottoressa, appena entro nel suo studio, questa creatura figlia un po’ anche sua, del suo lavoro, dei suoi appunti, di quell’ecografo che ora riposa: chiacchiero, la piccola scalcia, ha fame, aspetta…
Abituarsi alla luce
…Ci vuole pazienza, quella del neonato che ancora non vede, distingue appena le luci, le ombre. Quella del corpo che riprende la sua forma originaria. Quella del seno che fiorisce, trovare il latte, attaccare la piccola, cercarsi. Quella dei miei occhi, come i suoi, che piano piano iniziano a vedere. Ad abituarsi alla luce nuova: accecante nel suo fulgore, madre di ombre profonde, insieme…
L’ultima ecografia
Tra poco ci vedremo, alla nostra maniera, per l’ultima volta. Ti vedrò io, ti sbircerò forse senza che te ne accorga. Cercandoti con la fatica ignorante su quel monitor. Lo sforzo che mai vorrò dimenticare, che resta utile serbare, sempre: affacciarmi dal mio mondo al tuo, nel diverso.
Molte altre volte farò un’ecografia, la sonda comporrà cerchi come dita nell’acqua, sull’addome, sul corpo, per altre, svariate ragioni. Allora so che rimpiangerò quando quello strumento era un incontro con la vita. Quando la scienza si sbriciolava nel sentimento…
Lista dei sogni di poche pretese
La lista. La migliore amica del controllo. L’ombra fedele del timore. La gabbia in cui cercare d’infilare e rinchiudere i dubbi. La fuga.
Gennaio scema sotto finti fiocchi di neve, non mi ha dato la sola cosa per cui normalmente lo salverei. Tutti hanno redatto già molti giorni fa, il loro elenco delle buone intenzioni. A me le buone intenzioni fiaccano. Così, in preda a un cuore che saltella tra lo stordimento felice di una nascita che s’approssima, e la paura dettata dall’ignoranza del quando-dove-come inizierà il travaglio, con questo muscolo sentimentale legato e scalpitante come un cavallo a uno steccato, mi metto a redigere anch’io la mia paginetta dei buoni propositi, che però, per indole e desiderio, chiamerò “lista dei sogni di poche pretese”…
La danza sotto le mani
…Mathias mi chiede com’è? Com’è sentire la piccola che si muove?
Ha le mani educate dai mesi e dai figli già nati: vorrebbe spingerle sotto, andare a pescare dove non può.
Ce lo porterei volentieri, e volentieri lo lascerei a metà, coi palmi aperti delle domande, l’attesa di quella monetina di risposta, parole che possano riempirli. Perché per poche cose vale la pena cercare. E per poche vale la pena non trovare…
L’appuntamento
C’è stato un tempo in cui Mathias e io stavamo lontani.
Conoscevo gli aeroporti. Conoscevo la sua casa a Parigi. Le sue cose, solitarie, negli armadi. Gli oggetti obbedienti al suo ordine (opinabile) da single. La sua voce al telefono, la sera, mentre stirava davanti alla tv.
C’era messenger, le mail. Ma, più di tutto, c’erano il pensiero e l’attesa: una canzone senza pause che mi seguiva ovunque, si accodava alle canzoni vere, le nostre, nate al Trocadéro davanti alla Tour Eiffel, nel suo salotto, per le strade…
Digressione
Essere incinta: piangere tre volte in cinque minuti per una canzone. Per giunta di Britney Spears.
Laggiù in città
…Le donnine si accrocchiano all’uscita, uno chignon ben riuscito di giacche a vento e gote rosate da fard misto alle temperature invernali. Caffè?
Una tazzina al volo con le comari (non me ne vogliano), e di corsa a casa: il palinsesto prevede, come prima giornata di rientro nella socialità, la solitudine di una gita all’Auxologico per un ECG…
Il tempo della pecora
…Si arriva a un punto che è come quando sai che sta per suonare la sveglia: dormicchi, ci provi, ma non puoi abbandonarti al tepore rassicurante del letto. Qualcuno già tira le lenzuola, al fondo, solletica i piedi.
C’è sempre uno spartiacque, nella gestazione, un momento dopo il quale volgi verso il parto, il futuro, il bello ma anche l’ignoto.
Per me questa svolta è adesso, sono queste feste. Mi avvicino al fondale di Truman Show, navigo senza sosta né ritorno…
Un pacchetto per Isabelle
Capita che certe cose sembrano scelte e invece ti arrivano addosso così, una svolta, un’intuizione, una sciocchezza che ti prende in braccio. Un riso liquido, come di bambino. Come questa pioggia fine che credevo non bagnasse e invece c’è anche se quasi non la vedi, e poi arrivi dentro al solo ipermercato poco lontano e gli occhiali sono pieni di pois che rifrangono la luce in tutte le direzioni.
Capita così. Che è la domenica prima di Natale…
Il tempo delle madri
Sola.
L’orologio spezza la cucina col suo ticchettio croccante. Sembrano briciole di un tempo aperto come pane. È arrivato il sole, qui dentro. Passa dalle rose azzurre della tenda alle mie spalle, gira sul muro, sbieco, lo lava ancora più bianco, supera il pensile, poi si perde sullo stendino.
Maglie piccine, slip con la Barbie, boxer con Spongebob.
È una strana presenza, la tua: una sorta di pesce in un acquario, muta…
Ricominciare
…Sul tappeto appare improvvisamente il vecchio carrycot rosso in cui stava Sarah. Piange, Mathias la prende in braccio e inventa nuove posizioni per calmarle le coliche, finché ne trova una buona.
“Devo riattaccarla?”
Su è giù dalla tetta, tetta-Mathias, Mathias-tetta. Dorme. No, si è svegliata. Prova a metterla giù. Il film è finito. Andiamo a letto? Aspetta, la riattacco, l’addormento al seno.
Osservo il megacuscino per l’allattamento che non se n’è mai andato (Patrick lo usa come montagna per le macchine, Sarah ci si sdraia quando ha mal di pancia, più o meno tutti i giorni).
Ascolto il silenzio. E la tv.
Conteggio velocemente la pace che resta: tre mesi. Scarsi.
“Ma lo sai che a ripensarci non ho nessuna voglia di ricominciare?”…
Digressione
Non c’è niente di peggio per una donna che ingrassa, che avere un marito che dimagrisce.
L’amore si divide?
…Ora prendo i bambini sulle ginocchia, richiamo la loro attenzione, spiego loro: “Quando nascerà la sorellina, bisognerà che la mamma faccia le coccole anche a lei. Ma voi non dovete preoccuparvi, perché alle mamme succede una cosa speciale: ogni volta che arriva un bimbo nuovo, il cuore della mamma si allarga di un po’, diventa sempre più grande. Così c’è sempre abbastanza mamma per tutti.”…
Un pensiero per chi
“Comunque… noi non ci pensiamo mai, siamo eccitati e sereni, ma in effetti… non è mica detto che vada sempre tutto bene. In verità dobbiamo esserne grati.”
“Io ci penso, invece.”
Seguo Mathias giù per le scale di marmo, la borsa in spalla, la cartelletta con l’ecografia appena fatta sotto braccio…
Il giorno che sono diventata madre
Il 27 novembre 2007 arrivai in ufficio in ritardo. Ero sveglia da ore, rincorrevo il pensiero di quel bicchierino di plastica rimasto da qualche Natale passato nel pensile più alto della cucina. L’avevo preso e messo in bagno la sera prima. Aspettava. Mi ero alzata e ci avevo fatto pipì. Poi ero tornata a letto…
La “dolce” ricerca di un corso
Alle nove e cinque di un martedì mattina me ne esco trionfante con un bambino per ogni mano e un altro che sguazza sotto la maglia (ormai a maniche lunghe), direzione asilo.
È il primo giorno che Sarah mangerà a scuola. Il primo giorno che la mattina della sottoscritta sarà davvero luuunga. Soprattutto volendo irrimediabilmente sfuggire a quelle sirene d’Ulisse sotto forma di appelli materni inconsci, che mi vorrebbero persuadere a fare ciò che di più ovvio si fa a casa nelle mie condizioni di mamma a tempo pieno (che ora è a tempo parziale): la casalinga…
“Dovrebbe capitare per sbaglio”
Federica accavalla le gambe. Nel linguaggio del corpo, ricordo da un libro che lessi molti anni fa, questo gesto significa chiusura. Parla, infatti, corre dietro, quasi, alle sue stesse parole, non si accorge che io non sono così rapida, che mi perdo pezzi di frasi. Le vacanze, l’altro figlio, brevi spazi per le mie repliche, si mangia morsi di parole, i finali scemano in sussurri…
La prima della cassa
Affacciata al mio palloncino di quattro mesi, ieri, all’Ipercoop, faccio il primo tentativo di questa gravidanza di arrogarmi il diritto di precedenza alle casse. Ce ne sono almeno una dozzina, c’è abbastanza gente: la maggior parte è aperta e con coda. Ho Sarah nel passeggino e, sotto, una decina di prodotti che forse, a contarli, potrei andare in quella “veloce”, …
Outing e outfit
Quaranta minuti per vestirmi. Avevo dimenticato questo aspetto della gravidanza.
Sarah raccatta una cintura dall’armadio: “Posso prendere il guin-haio (guinzaglio)”? Patrick acconsente a fare il cane.
È settembre, riprende la vita sociale: oggi la logopedia di Patrick, solito posto, solita gente. Avevo pensato di fare il mio “outing”…
La notte è magica – Parte 2
E così, anche in un luogo ameno, in vacanza, senza ipotetici stress, senza sveglia, senza fretta, prima o poi doveva capitare: non solo il risveglio a ripetizione cui ormai mi sono abituata, ma la nottataccia che al momento ti chiedi se sia vero che è poi così affascinante.
Sarà stato il pollo con l’uva che mi ha preparato lui, uno dei pochi cibi per cui ancora nutro una certa attrazione simile alle voglie e alle glorie delle prime settimane. Saranno quei quattro biscottini…
La notte è magica – Parte 1
C’è un non so che di affascinante e misterioso nelle notti. Qualcosa che il giorno non sarebbe in grado di regalarmi neanche se mi chiudessi in uno stanzino della vergogna o in quello spazio bianco, quell’utero ipotetico di cui dicevo: sarà il silenzio, la penombra in cui galleggiano gli oggetti, la ninna nanna muta di mille giorni di infanzie lontane …
Gusti e disgusti – Parte 2
Si può mai avere qualcosa nella vita senza rinunciare a qualcos’altro? In gravidanza questo è vero il doppio (forse perché il feto ti toglie l’altra metà di cose che eri riuscita a salvare alle rinunce?).
Ai bagordi indotti dalle voglie si contrappongono una serie di indelicate “questioni”, prima fra tutte le “anti-voglie”. Nessuno ha coniato un nome per questa parte della faccenda…
Gusti e disgusti – Parte 1
Qualcuno un tempo diceva “dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei”: ebbene, non dategli peso, perché obbedire a tale presunta verità, in tempo gestazionale, equivale a consegnarsi a una vera e propria crisi d’identità…